[24/06/2009] Parchi

I biopesticidi salvano l’Africa orientale dalle locuste

ROMA. Una campagna internazionale di emergenza contro le locuste condotta in Africa orientale è riuscita ad evitare una catastrofe annunciata: un’invasione distruttiva di cavallette in Tanzania che poteva avere un impatto fortissimo sulle colture di cui si cibano 15 milioni di persone nell’area. E’ la prima volta che questo accade in Africa facendo ricorso a biopesticidi su una scala così vasta.

La campagna è stata organizzata e coordinata dalla Fao insieme All’International locust control organization for Central and Southern Africa (Irlco-Csa) e sono stati utilizzati mezzi aerei e terrestri, l’operazione proseguirà nelle prossime settimane in altri preoccupanti focolai presenti in Malawi, Mozambico, Tanzania e Zambia, fino a che la minaccia delle cavallette non sarà scomparsa.

Il vice direttore della Fao per l’agricoltura, Modibo Traoré, spiega che «Senza questo intervento eclatante, che coinvolge i Paesi colpiti e la comunità internazionale, la regione dell’Africa centrale e meridionale avrebbe potuto trovarsi in una situazione catastrofica dovuta alle locuste nomadi e che avrebbe messo in pericolo la produzione agricola di milioni di contadini poveri. Lo sforzo concertato e coordinato di tutti i partner coinvolti in questa campagna è un modello di lotta contro altri danni transfrontalieri che minacciano o la regione».

La Fao ha raccolto l’appello urgente di Paesi che non dispongono di risorse e attrezzature sufficienti a far fronte all’invasione delle locuste soprattutto in regioni dove spesso è difficile perfino accedere. Uno dei Paesi più a rischio è la Tanzania visto che sulle 8 regioni riconosciute come focolai delle invasioni di locuste, quattro si trovano in questo grande Paese.

Le operazioni in Tanzania si sono concentrate soprattutto in tre aree: il parco nazionale Iku-Katavi, le pianure del lago Rukwa e il bacino del fiume Malagarasi. Nel parco si è subito posto il problema di proteggere la grande fauna selvaggia (elefanti, ippopotami e giraffe) dai possibili effetti dei pesticidi chimici che avrebbero dovuto essere usati in gran quantità, la Fao ha scelto quindi di provare su grande scala un biopesticida: il Green Muscle per trattare circa 10.000 ettari già infestati dalle locuste.

Il Green Muscle é composto da spore del fungo Metarhizium anisopliae e da una miscela di olii minerali, non è tossico per l’uomo ed uccide solo le locuste e le cavallette, senza effetti nocivi sugli altri animali e sull’ambiente. Il trasporto aereo dei pesticidi convenzionali dal Mali verso la Tanzania (un surplus di campagne precedenti) è stato invece organizzato dal Programma alimentare mondiale (Pam) che ha trattato così circa 4.500 ettari nelle regioni di Rukwa e Malagrassi.

Secondo Christian Pantenius, un esperto di lotta alle cavallette della Fao, «Le campagne di lotta contro le locuste sono molto complesse da un punto di vista logistico e necessitano di interventi opportuni e ben mirati, utilizzando le tattiche più appropriate per ridurre le infestazioni ed evitare effetti indesiderati per l’ambiente. La messa in opera di un sistema di allerta precoce si basa sulle comunità locali e coinvolge le guardie campestri e i contadini in prossimità delle zone o dei focolai di locuste che possono formarsi e questa, al fine di osservare meglio il terreno e di intervenire nel tempo opportuno, sarà la sfida dei prossimi anni».

In tutto la campagna di disinfestazione ha ricevuto 2 milioni di dollari dall’Onu ed circa 1 milione dalla Fao. Ma si è trattata di una vera e propria corsa contro il tempo: se non si fossero messi in campo velocemente mezzi di intervento adeguati le cavallette avrebbero sorvolato grandi distese di terre coltivate, percorrendo dai 20 ai 30 Km al giorno e devastando cereali, canna da zucchero cotone e legumi e tutto quel che di commestibile avrebbero trovato lungo la loro strada. «In 24 ore un insetto consuma l´equivalente del proprio peso, circa 2 grammi in nutrimento fresco – spiega la Fao – Una piccola frazione di uno sciame medio, cioè circa una tonnellata di locuste, mangia in un giorno quanto 2.500 persone».

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