[22/06/2009] Comunicati

Bellini (Irpet) : «Accelerare la produzione di innovazione, anche in Toscana»

FIRENZE. Nel commentare il rapporto Irpet sull’economia toscana venerdì scorso, il presidente della regione Martini ha sottolineato l’insufficiente radicamento della consapevolezza di cosa significhi la crisi, di quali fattori ne siano causa e, conseguentemente, delle possibili strategie per la ripresa. Riguardo alle leve da stimolare, Martini ha parlato della necessità di un «salto di qualità nell’internazionalizzazione», con l’individuazione di nuovi mercati di sbocco, e ha citato il rifinanziamento del fondo per la liquidità (11 milioni, in aggiunta ai 48 già stanziati), tra le azioni intraprese dall’istituzione regionale per sostenere il settore produttivo, sostenendo che detto rifinanziamento «dovrebbe essere sufficiente per rispondere a tutte le domande pervenute, naturalmente se esse sono in possesso dei necessari requisiti di attendibilità e sostenibilità economica».

Lascia perplessi però, l’idea che il sostegno del pubblico all’impresa sia corrisposto solo in conseguenza del soddisfacimento di criteri di sostenibilità economica, cioè apparirebbe più sensato che questi finanziamenti venissero elargiti anche con condizioni vincolanti per il loro utilizzo, per esempio in direzione della sostenibilità ambientale o comunque dell’investimento nell’innovazione di processo e di prodotto.

Certo, la coperta è corta, e le difficoltà di molte imprese per l’accesso al credito, in questa fase convulsa, non si limitano certo solo alla scarsità di fondi per investire in innovazione. Ma mettendo da parte per un attimo la gravità della crisi ecologica in sé, occorre comprendere che se, come ha sostenuto il presidente Martini a greenreport, una generale riconversione ecologica del sistema produttivo potrà costituire una prospettiva di rilancio, allora occorre agire al più presto per cominciare a incentivarla, questa riconversione ecologica, in primo luogo dal punto di vista economico.

Il rapporto Irpet sulla situazione economica toscana ha il merito di fotografare con esattezza l’esistente e le previsioni per il futuro, ma il difetto di non indicare, se non con vaghi accenni, quali soluzioni adottare, su quali settori investire, e quali iniziative di dettaglio intraprendere per orientare l’economia. Inoltre, altro aspetto da evolvere sarebbe l’integrazione tra le varie tipologie di analisi prodotte: nel caso specifico, la recente pubblicazione del primo rapporto Irpet sul territorio avrebbe potuto costituire un’occasione utile per iniziare questo percorso di integrazione e confronto.

«Sono documenti diversi, ma abbastanza integrati tra loro – spiega Nicola Bellini, direttore di Irpet - L’influenza reciproca sarà importante in fase di ulteriore analisi, perché dovremo analizzare la crisi con una connotazione esogena, occupandosi prima di ciò che viene da fuori e valutando la situazione toscana alla luce di questo. La capacità di suggerire politiche per la ripresa dipenderà dalla capacità di una lettura fine, sia settoriale sia territoriale».

In questo senso l’auspicio è che, alla prossima presentazione di un rapporto economico caratterizzato da un pari grado di attendibilità, la platea di imprenditori ed esperti economici in ascolto riceva aggiornamenti non solo su ciò che avviene all’interno dell’economia propriamente detta, ma anche sui flussi di energia e materia che ne costituiscono il metabolismo e sulle dinamiche che caratterizzano il territorio in cui essa prende luogo.

A quel punto sarà ben più agevole e consequenziale, per i decisori politici, condurre interventi sul settore produttivo (in primo luogo interventi finanziari) finalizzati alla sostenibilità, e vincolati nella loro attuazione, al perseguimento di essa.

L’istituto di programmazione economica regionale, tra l’altro, è in procinto di assumere il ruolo di coordinamento dell’osservatorio regionale sulla ricerca scientifica e l’innovazione, previsto dalla nuova legge regionale per il sostegno all’università e alla ricerca, in discussione proprio in questi giorni: ciò testimonia un processo di evoluzione delle sue funzioni, in cui più facilmente potranno trovare posto anche le evoluzioni che abbiamo sopra auspicato.
«Quello presentato oggi è un rapporto “strano” – conclude Bellini - perché guarda all’indietro, al 2008, più che avere natura di proposta Inoltre essendo l’analisi di tipo macroeconomico, i numeri non ci sono ancora. Comunque dal punto di vista politico vedremo nei prossimi tempi un grande fermento riguardo alla sostenibilità: molti paesi esteri (e altre regioni italiane) stanno accelerando la produzione di innovazione (anche di innovazione per la green economy) e la Toscana deve agire consapevolmente per incrementare anch’essa questa produzione».

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