[17/06/2009] Parchi

E’ in Australia il più denso pozzo forestale di CO2 del pianeta

LIVORNO. Secondo la Wilderness society dell’Australia «Il governo federale deve muoversi urgentemente per proteggere il carbonio stoccato nelle foreste native, come parte delle misure necessarie per combattere il cambiamento climatico».

La Wilderness society si riferisce ai risultati di uno studio che rivelano che quel che rimane delle e foreste originarie australiane è uno dei più “densi” pozzi di CO2 del pianeta.

Si tratta di una nuova ricerca condotta dalla Fenner school of environment e dalla Society at australian national university che é stata pubblicata su Proceedings of the national academy of sciences, uno dei giornali scientifici più noti, nel quale si evidenzia che la foresta che assorbe più CO2 al mondo è quella della Victorian forest (nella foto) delle Central highlands, nello Stato australiano di Victoria.

E’ la prima ricerca al mondo di questo tipo e dimostra che negli ultimi anni i 14,5 milioni di ettari di foreste di eucalipto del sud-est australiano che sono rimaste intatte hanno stoccato ben 9,3 miliardi di tonnellate di CO2. Il livello di carbonio attualmente stoccato nelle foreste originarie del Victoria equivale a 460 milioni di tonnellate di gas serra all´anno per i prossimi 100 anni.

Le foreste australiane si sono rivelate un pozzo di carbonio più efficiente di quelle della costa pacifica Usa, siberiane, dell’Amazzonia centrale, della Thailandia e della Cambogia, della Finlandia e del Venezuela…

Secondo Brendan Mackey, uno dei ricercatori che ha partecipato al progetto, il segreto delle foreste australiane sarebbe che «Gli alberi in queste foreste possono diventare molto vecchi, almeno 350 anni, e possono diventare molto grandi, molto alti, e producono un legno molto denso e forte».

I risultati rovesciano la convinzione che fossero le foreste pluviali tropicali quelle a più denso stoccaggio di carbonio.

Le foreste australiane immagazzinano più carbonio grazie alla crescita “matura” dei loro alberi e ad un tasso meno elevato di crescita-sostituzione e di decomposizione degli alberi morti per a causa del clima più fresco di quello delle foreste tropicali.

«Il governo federale deve riesaminare urgentemente il contributo che la protezione delle restanti foreste originarie australiane dà al taglio delle emissioni di gas serra in Australia – sottolinea Virginia Young, coordinatrice della campagne strategiche della Wilderness society - Questa ricerca dimostra quanto sia importante che il governo federale ora prenda sul serio il carbonio immagazzinato in quel che resta delle nostre ospitali foreste native. Il governo deve ora valutare la quantità di carbonio può essere stoccato nelle Australia’s native forests, la quantità di gas serra alla quale potrebbe essere impedito di entrare in atmosfera se fosse protetta a lungo termine la loro capacità di assorbire la CO2 dall’atmosfera. Il governo federale ha previsto azioni da sviluppare per sostenere la sua proposta di emissions trading system e chiaramente c’è la possibilità di sviluppare un pacchetto per ridurre le emissioni e proteggere e implementare il carbonio stoccato nelle nostre foreste originarie».

Circa la metà delle foreste australiane sono state distrutte durante gli ultimi 220 anni e gli stoccaggi di CO2 in oltre il 50% delle rimanenti foreste non protette sono stati degradati da attività di utilizzo del territorio, come il disboscamento.

L’area della Victorian forest si é salvata perché costituisce il bacino idrico di Melbourne e quindi è stata salvaguardata, consentendo così alla vecchia foresta di continuare a crescere.

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