[16/06/2009] Consumo

La Toscana guida la rivoluzione verso il consumo più sostenibile

LIVORNO. Domani sarà varata ufficialmente a Bruxelles Nepim, la rete europea per il consumo sostenibile di cui la Toscana è vice-presidente. Nepim è una rete di organizzazioni regionali ed europee (per ora hanno aderito 11 soggetti) che si occupa di difesa dei consumatori e di promozione del consumo sostenibile: è nata dalla realizzazione di un progetto finanziato dall´Unione Europea attraverso il Programma INTER REG IIIC e il suo obiettivo è quello di portare avanti strategie per invitare i consumatori a comportamenti più sostenibili. Come la riduzione dei consumi di energia, la riduzione della produzione dei rifiuti, la tutela delle risorse naturali e promuovere la responsabilità sociale delle imprese, difendere ogni forma di produzione ecologicamente ed eticamente responsabile.

Sarà l´assessore regionale alla tutela dei consumatori Eugenio Baronti (Nella foto)a rappresentare la regione, con una relazione dal titolo «Sustainable consumption in the current period of crisis: what role for European regions?».

Assessore, qual è stato il ruolo della Toscana in questo progetto?
«La nostra Regione ha contribuito a elaborare la carta europea del consumo sostenibile che è stata firmata l´8 maggio del 2008 a Barcellona. Del resto in Italia siamo il territorio che probabilmente si sta impegnando di più su questo fronte, avviando numerose iniziative sul consumo responsabile e sostenibile».

Concretamente quali azioni metterà in cantiere la rete Nepim?
«Nepim darà dimensione europea alle problematiche del consumo sostenibile perché con questa crisi è finalmente emerso con chiarezza che il nostro modello di consumo e il nostro stile di vita sono insostenibili e vanno al di là delle risorse fisicamente disponibili. Da domani la rete potrà iniziare a lavorare concretamente per portare la voce delle associazioni dei consumatori a livello europeo. Va in questo senso la richiesta, già espressa a più riprese ed inserita tra gli obiettivi principali della rete, di inserire la rete Nepim, anche come osservatore, al Gruppo consultivo europeo dei consumatori. Ad oggi fanno parte del Gruppo soltanto le associazioni di tutela che operano a livello nazionale, invece grazie alla presenza di Nepim anche le realtà regionali avrebbero la possibilità di esprimersi a livello comunitario».

Ma concretamente a cosa servirà Nepim? Finanzierà iniziative e progetti? E in che tipo di progetti?
«Nepim attuerà una strategia che valorizzi le buone pratiche esistenti al fine di innescare processi di cambiamenti culturali volti per esempio all’educazione a sprecare meno, o a produrre meno rifiuti.
Per andare a modificare i comportamenti individuali però, è necessario acquisire peso politico e aumentare le adesioni per avere la forza di indirizzare il cambiamento culturale: queste cose non si ottengono con una legge, ma attivando processi culturali sul territorio ed è proprio quello che vogliamo fare».

Lei ha citato tra gli obiettivi la riduzione della produzione dei rifiuti. A che punto siamo su questo fronte in Toscana?
«La nostra regione vanta tantissime buone pratiche, pensi che solo Capannori ha 12 buone pratiche diverse, dalle mense biologiche all’acqua in bottiglia, dai negozi alla spina ai biocomposter fino ai pannolini lavabili… tutti segnali che se c’è volontà politica con un ruolo e un sostegno attivo anche da parte delle istituzioni, la rivoluzione culturale è possibile. Pensiamo proprio ai pannolini: sembrava impossibile ottenere un’adesione significativa e invece la gente ha risposto in massa rendendosi costi del risparmio di materia ma anche economico…».

Paradossalmente è stato più facile compiere il miracolo dei pannolini lavabili piuttosto che far accettare l’impianto di compostaggio che Capannori non riesce a realizzare da anni…
«Guardi che è sempre meglio portare l’organico a 50 km piuttosto che mandarlo in discarica (cosa peraltro vietata dalla normativa europea e recepita dall’Italia, ndr). Purtroppo la realizzazione dell’impianto di compostaggio è stata una mia battaglia per 5 anni da assessore comunale e l’ho persa. Prima o poi ci riusciremo, del resto c’è sempre qualche elezioni di mezzo anche dei comuni vicini e tutto si blocca. Comunque presto l’organico lo porteremo a Bagni di Lucca, che così è anche più vicino».

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