[16/06/2009] Energia

Il Clean technology fund della Banca mondiale premia Egitto, Turchia e Messico

LIVORNO. La proposta di mettere a disposizione risorse economiche per finanziare fondi per la lotta ai cambiamenti climatici era venuta dalla Banca Mondiale nell’ambito del Bangkok climate change talks del 2008. Nel summit di Bangkok la Banca mondiale aveva infatti preannunciato 5 miliardi per un fondo di sviluppo di tecnologie pulite (Clean Technology Fund) e 500 milioni per un fondo pilota per l’adattamento (Cif Adaptation Pilot Fund).

Una proposta criticata dalla società civile internazionale, ma anche dal G24, il gruppo composto dai più importanti paesi in via di sviluppo, che aveva duramente stigmatizzato l’approccio dell’istituzione alla lotta al surriscaldamento globale, in particolare per i due fondi specifici per l’adattamento al cambiamento climatico, che secondo le voci critiche agirebbero al di fuori del contesto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che già ha stanziato un fondo ad hoc (Unfccc adaptation fund).

Anche il Clean technology fund non era stato privo di critiche, perché anche in questo caso si potrebbero pregiudicare i negoziati in corso nell’ambito delle Nazioni Unite, dove molti paesi in via di sviluppo suggeriscono un fondo multilaterale nell’ambito dello stesso processo Unfccc finalizzato allo sviluppo e al trasferimento di tecnologie.

A suscitare dubbi anche la gestione della Banca Mondiale che in passato ha operato decisioni economiche criticate da molti, in particolare dai Paesi in via di sviluppo. E infine il fatto che nel mix di iniziative che servono a raggiungere l´obiettivo, assieme a innovazione tecnologica, efficienza energetica, riciclaggio e fonti rinnovabili, si trovano anche il nucleare, e il sequestro di carbonio.

Tuttavia l’attività della Banca Mondiale è andata avanti e ad oggi i primi finanziamenti nell’ambito del Clean Technology Fund (Ctf) , se li sono aggiudicati Messico (500 milioni) Egitto (300) e Turchia (250) che potranno moltiplicarli grazie al concorso di altri finanziatori, pubblici e privati, per sviluppare progetti per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili e per migliorare il sistema dei trasporti.

La Turchia ha l’obiettivo di produrre 20 Mgw di energia eolica entro il 2020, che equivarrebbe a quasi il 50% del proprio fabbisogno di energia elettrica, ma investirà anche nell’efficienza energetica degli edifici (pubblici e privati) e l’accesso ai fondi della Banca mondiale gli permetterà di iniziare su questa strada e di invitare il sistema bancario a prevedere forme di finanziamento che possano agevolare e sostenere questo percorso.

Anche l’Egitto punta ad ottenere per la stessa data una produzione di energia elettrica pari al 20% attraverso le fonti rinnovabili e la prima dote di 300 milione ottenuti dalla Banca mondiale potranno aiutare ad innescare i primi passi.

Il Messico, che nel dicembre 2008 ha annunciato l’obiettivo di ridurre del 50% le proprie emissioni di Co2, investirà i fondi ottenuti dalla Banca mondiale principalmente per migliorare la mobilità nei centri urbani, oltre a promuovere efficienza energetica e fonti rinnovabili, in particolare l’eolico.
Il settore dei trasporti, incide per il 18% sul totale delle emissioni messicane di Co2, secondo solo alla produzione energetica come sorgenti di emissione.

Il piano che verrà messo a punto prevede un investimento in mezzi di trasporto pubblici ad alta efficienza e la sostituzione degli autobus circolanti nelle principali città con nuovi mezzi alimentati a carburanti a bassa emissione e ad alimentazione ibrida.
Rimangono più di 4 miliardi del fondo da destinare ad altri paesi e per il momento, si legge nel sito della Banca mondiale, hanno espresso interesse a partecipare Marocco, Ucraina, Sud Africa e Kazakistan.

Per questi paesi, come previsto dal regolamento della struttura di controllo del CTF, la Banca mondiale, assieme ad altri partner, ha avviato una missione per discutere con il governo, l´industria ed altri soggetti interessati, come il fondo può contribuire a finanziare le attività a basso tenore di carbonio. Alla fine di questo percorso si individuerà un programma d´investimento, che verrà poi sviluppato sotto la direzione del paese beneficiario, in maniera congiunta con la Banca mondiale.

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