[15/06/2009] Comunicati

Usa: una nuova coalizione ecologico-progressista per sostenere le scelte di Obama

LIVORNO. Negli Usa si sta creando un’inedita alleanza tra associazioni ambientaliste e organizzazioni sociali progressiste per sostenere le leggi ambientali della nuova amministrazione di Barack Obama.
Gruppi come l’Association of community organizations for reform now (Acorn), MoveOn e National association for the advancement of colored opeople (Naacp) fanno ormai parte di una grande coalizione di organizzaziooni che si occupano di social welfare, lavoro, religione e salute e che stanno unendo le loro forze alle tradizionali lobby ambientaliste Usa.

Si tratta di una svolta epocale nella percezione dell’ambiente come problema/opportunità: la sola Acorn ha 400.000 aderenti e rappresenta la più grande organizzazione di base delle persone a bsso e medio reddito degli Usa, gente decisa che ha costruito le prime case a New Orleans dopo il passaggio dell’uragano Katrina e che ha avviato una campagna per la costruzione di case a prezzi accessibili ed un’altra per migliorare l’istruzione pubblica.

Avere dalla propria parte associazioni di questo tipo è una grande occasioni per gli ambientalisti americani che stanno intensificando la loro pressione perché gli Usa propongano soluzioni per contrastare il cambiamento attraverso un deciso sostegno a una legislazione federale vincolante e con precisi impegni di riduzione dei gas serra. Un’alleanza socio-ambientale che è ancora più significativa nel bel mezzo di una recessione economica, con molti leader politici (anche in campo democratico) preoccupati che le riforme possano colpire le industrie e far crescere i costi dell’energia.

La legislazione statunitense sul clima ha fatto un bel passo avanti a fine maggio, quando l’energy committee della Camera dei rappresentanti ha approvato il sostegno all’American clean energy and security act, il disegno di legge che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del 17% entro il 2020 e dell’83% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2005, attraverso un national cap-and-trade system.

Impegni che non bastano alle associazioni che chiedono un loro rafforzamento nonostante la forte opposizione degli industriali americani, ma soprattutto come “misura preventiva” perché il Senato non stravolga al ribasso il disegno di legge.

Ma secondo il Worldwatch institute gli ambientalisti e gli attivisti sociali devono fare i conti con lobby molto più potenti e danarose di loro che chiedono riduzioni meno forti di quelle proposte da Obama: «il Center for public integrity stima che più di 880 imprese e organizzazioni nel corso degli ultimi anni hanno assunto lobbisti del clima per influenzare la legislazione a loro favore – scrive Ben Block - Il conto include gruppi ambientalisti e imprese delle tecnologie pulite, ma riguarda principalmente utility di elettricità, petrolio, gas naturale, carbone e industrie chimiche»

La comunità ambientalista risponde con una coalizione più ampia che sottolinea gli effetti dei cambiamenti climatici su salute pubblica, sicurezza nazionale, economia. Tra le nuove coalizione c’é Equity Alliance, costituita ad aprile da Green For All, Acorn, Naacp, e Conferenza episcopale cattolica Usa per «Promuovere politiche per aiutare a creare “green jobs” di qualità attraverso la formazione di lavoratori a basso e medio reddito».

Un’altra organizzazione progressista è la Unity ´09 coalition, che comprende Planned parenthood, il gruppo di attivisti on-line MoveOn e l’organizzazione ispanica National council of La Raza, che sostengono apertamente l’agenda climatica di Obama e le sue proposte di un national cap-and-trade system per i gas serra e per la salute pubblica.

Gillian Caldwell, campaign director di 1Sky, un’alleanza di 420 associazioni locali e nazionali che sostengono le politiche di lotta al climate change, ha detto al Worldwatch Institute:¨«Questa di ora è la collaborazione intersettoriale del movimento progressista più ampia che ci sia stata da molto.Siamo insieme per portare la forza delle nostre associazioni a sostegno dell’agenda presidenziale»

Il vice direttore nazionale di Acorn, Brian Kettenring, spiega che il suo gruppo ha aderito alla Climate equity alliance e lavora insiame ad associazioni ambientaliste come il Sierra Club, dopo che ha visto quanto siano vulnerabili città come New Orleans di fronte all´aumento del livello del mare e a eventi climatici sempre meno straordinari. 0171Acorn vuol far capire alle famiglie che la realizzazione di una green economy è sostenibile e produce posti di lavoro per le famiglie e che è un bene per loro, per l’ambiente e per loro».

Intanto le televisioni Usa trasmettono gli spot della Alliance for climate protection di Al Gore della League of conservation voters, e della confederazione sindacale Blue green alliance che sottolineano la necessità di una legge sul clima che crei nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili.

Questa nuova ondata ecologico-sociale pro-Obama rischia di spiazzare le associazioni ambientaliste tradizionali. Greenpeace Usa, Friends of the earth e Rainforest action network dicono che gli obiettivi di riduzione proposti sono molto inferiori a quelli necessari per evitare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici e che Il disegno di legge sui permessi di inquinamento è tropo favorevole alle industrie che riceverebbero un 85% di quote “libere” e solo 15% verrebbero messe all’asta con il sistema cap-and-trade.

Anche 1Sky riconosce che il movimento ambientalista non può accettare la legge così come è attualmente, ma teme che opponendosi ora il rischio è che la legge sul clima non venga approvata entro il 2010, compromettendo i negoziati internazionali sui cambiamenti climatici a Copenaghen se gli Usa non si presenteranno con una propria legge al tavolo dei negoziati.

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