[11/06/2009] Energia

Report dagli Usa: Ecco come sta cambiando la politica energetica in Iowa

DES MOINES, IOWA (Usa). Perfino dall’Iowa è difficile spiegare perché un posto così lontano dai luoghi del potere e con meno di tre milioni di abitanti possa pesare così tanto nella politica americana. Ma è all´Iowa che bisogna guardare per capire qualcosa del futuro dei tanto discussi biocombustibili e delle politiche agricole con Obama. Viene infatti da qui il Ministro dell´agricoltura, Tom Vilsack, già Governatore dello Stato e uno dei protagonisti del percorso che ha portato l´Iowa ad avere la più alta produzione e il maggior numero di impianti per la produzione di etanolo e di biodiesel di tutti gli Stati Uniti. A sentirle da Des Moines, la capitale dello Stato, tutte le polemiche di questi mesi contro l´etanolo - un "crimine contro l´umanità", per l´impatto che sta avendo il cambio delle colture e l´aumento dei prezzi sulle popolazioni più deboli, secondo Jean Ziegler, un sociologo svizzero inviato speciale dell´Onu - sembrano lontane e soprattutto non scalfire l´ottimismo di chi crede di avere tutte le carte in regole per essere un protagonista della rivoluzione che dovrà portare a sostituire i combustibili fossili con quelli derivanti da prodotti agricoli e naturali.

Certo i numeri sono spietati, con le attuali colture anche continuando a spingere la diffusione di quelle specializzate la produzione rimarrà marginale e nemmeno lontanamente in grado di sostituire il petrolio per i fabbisogni degli Stati Uniti. E non passa settimana senza che venga pubblicata una qualche nuova ricerca scientifica che evidenzi come il vantaggio in termini di minori emissioni di CO2 dell´etanolo prodotto dal mais rispetto al petrolio in termini di ciclo complessivo non sia così rilevante, difficilmente superi il 20-30%, ma a fronte di un enorme dispendio di acqua e fertilizzanti.

Senza scomodare il vecchio Fidel Castro, campione della lotta contro i biocombustibili, basta leggere quello che scrive il principale consulente del nuovo Presidente sull´energia, Daniel Kammen dell´Università di Berkeley. Di come e quanto ad oggi siano inefficienti e di quanto debbano migliorare il ciclo energetico e ambientale per diventare veramente un alternativa al petrolio e dare un contributo nella riduzione dei gas serra. Queste considerazioni valgono particolarmente per l´etanolo da mais utilizzato negli Stati Uniti, perché in altri luoghi e con altre colture si possono avere risultati migliori, come in Brasile dove la canna da zucchero permette di ridurre le emissioni dell´85%.

Certo anche qui per diventare l´Arabia Saudita del petrolio verde il prezzo da pagare è proibitivo per l´ambiente e le popolazioni dell´Amazzonia. Con chiunque parli della questione etanolo ti rispondono che Obama conosce perfettamente i problemi, che bisogna dargli tempo e poi ricordano il peso politico e il valore simbolico che ha l´Iowa per il nuovo Presidente e in generale per la politica americana. E´ infatti qui che si aprono le primarie americane per le candidature alla presidenza, e il suo inaspettato trionfo il 3 gennaio del 2008 cambiò il racconto di quella che fino ad allora sembrava una scalata al successo per Hillary Clinton.

Obama fino ad oggi ha sempre evitato di entrare nel merito delle soluzioni - come spesso gli capita per le questioni delicate, ad esempio in questi giorni intorno ai temi più difficili della Legge di riforma del sistema sanitario - proiettandole dentro una visione del futuro. L´immagine che offre è di uscita da un sistema economico fondato sul petrolio coinvolgendo tutti in una grande alleanza. Intanto qui in Iowa sulla ricerca applicata alle bioenergie si riversano milioni di dollari. A beneficiarne sono Università pubbliche e private, Centri di ricerca, i generosi sponsor sono le aziende petrolifere interessate a non essere tagliate fuori da questa prospettiva, le multinazionali delle sementi e dei fertilizzanti indissolubilmente alleate nella sperimentazione genetica.

Al Becon Center per la ricerca sulle biomasse Norm Olson ti racconta come stanno lavorando a immaginare e costruire in laboratorio un modello che possa permettere di valorizzare le risorse agricole e naturali in modo tale da arrivare a sostituire il petrolio nelle infinite applicazioni che senza rendercene conto ne facciamo ogni giorno (non solo carburanti e elettricità, ma anche materie plastiche, fertilizzanti, ecc.).

In particolare stanno provando a verificare le possibilità legate all´utilizzo di ammoniaca prodotta da cicli agri-energetici. Mentre all´Università dell´Iowa stanno lavorano sulle biomasse da cellulosa e sulle alghe, che promettono risultati assai più interessanti come resa e ciclo energetico. Per ora siamo ancora lontani da una verifica applicativa che possa provare a capire le possibilità di applicazione industriale.

Andy Hall è uno dei tanti "farmer" dell´Iowa, e ti racconta come ha visto trasformare negli ultimi 10 anni il mondo intorno alla sua azienda agricola. «Io non ho mai scelto di passare da una produzione integrata a una dedicata al mais, né di utilizzare sementi Ogm». E ti racconta come sia andata crescendo la richiesta di mais necessario agli impianti per la produzione di etanolo, e anche i prezzi con quindi buone possibilità di guadagno. E per aumentare la resa nella coltivazione del mais, indispensabile per Andy a sfamare il suo allevamento di vitelli, hanno cominciato a circolare dalla fine degli anni ´90 delle sementi che sembravano a tutti una evoluzione degli ibridi da sempre utilizzati da queste parti.

«Certe polemiche che fate voi europei contro gli Ogm non le capisco molto» aggiunge «certo anche io sono preoccupato di certe cose che vedo nei campi, e non mi piace che ogni anno devo ricomprare i semi perché questi non si riproducono». Ma per ora il sistema funziona, i fertilizzanti e gli erbicidi specifici per quei semi migliorano la resa, e soprattutto è difficile qui immaginare un’alternativa non Ogm.

In Iowa qualche seme non modificato è ancora possibile trovarlo, mentre l´agricoltura biologica è una nicchia assolutamente non paragonabile a quanto rappresenta in Europa o anche in California. D´altronde Andy sa che grazie a quanto sta succedendo intorno al mais in questi anni ha guadagnato bene, ed è orgoglioso di mettere alla stazione di servizio benzina con scritto che il 15% viene dall´etanolo prodotto qui e, sottolinea, senza bisogno di fare guerre. In alcune stazioni di servizio cominciano a vendere benzina che arriva all´85% di etanolo, anche se in questo caso servono motori modificati. E poi tanta gente che una volta emigrava ora può rimanere e lavorare negli impianti di etanolo, nella ricerca, nei servizi. Nessuno qui si chiede se la strada intrapresa sia sbagliata.

Certamente la scommessa sul futuro è quella che interessa veramente, essere i primi produttori di etanolo e quelli più pronti per il cambiamento nel modello energetico che tutti sono convinti avverrà nei prossimi anni anche grazie a Obama. Sono tanti i fili che legano questo strano Stato con il resto del Mondo. Alcuni invisibili passano per Washington, e lasciano traccia nei dollari dei finanziamenti e dei sussidi. Altri li puoi seguire attraverso i terminali delle borse agricole nel mondo, dove quello che succede qui ha un immediato impatto per chi di mais e grano vive. Altri viaggiano sull´acqua percorrendo il Mississipi. Basta digitare "dead zone Golfo Mexico” su google. Vengono fuori le immagini e i risultati di anni di uso industriale di fertilizzanti in tutti gli Stati agricoli intorno al grande Fiume americano. Che togliendo l’ossigeno hanno cancellato in un’area di migliaia di chilometri ogni forma di vita.

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