[08/06/2009] Aria

Berlusconi ha scoperto il cambiamento climatico? Apriamo l´ombrello...

LIVORNO. Avviso ai naviganti: per Silvio Berlusconi i cambiamenti climatici esistono e sono “una minaccia” al pari della “fame” nel mondo. I suoi adepti, quelli per intenderci che hanno presentato e approvato in senato un documento che nega di fatto il global warming, se ne facciano una ragione. Anche Il Giornale dovrebbe farlo o almeno segnalarlo al buon Battaglia che non perde occasione per bombardare il climate change e gli ´allocchi´ che tentano di porvi rimedio. Qualcuno potrebbe obiettare che ora non si nega più il cambiamento climatico ma che sia l’uomo a provocarlo, questa sì è ritenuta una vera scemenza. Ma intanto deputati e senatori (e giornalisti) di centrodestra sappiano che il loro leader sostiene che, parlando di cosa può fare il G8,: «nell’ultima sessione di lavoro proposta dal presidente Obama e subito accolta dall’Italia, è la volta dei Paesi del Mem (Major economies meeting), che comprende i grandi emettitori di gas serra e può quindi validamente affrontare il tema del cambiamento climatico in vista di un accordo globale a Copenaghen a fine anno per il post-2012, quando scadrà il Protocollo di Kyoto».

Non solo: «L’Italia è nella posizione ideale per dare un proprio contributo. Può infatti mettere a disposizione della comunità internazionale la propria esperienza e la propria capacità di sviluppare e mantenere ottimi rapporti d’amicizia con tutti i Paesi e soggetti internazionali, su tutti i fronti aperti della politica e dell’economia mondiale».

Certo, è strano che tutte queste apprezzabili parole (anche se interpretabili e magari il presidente potrà sempre dire che è stato frainteso il suo italiano…) siano relegate alla prefazione di un libro, specificatamente quello di Pino Buongiorno dal titolo “Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8”, ma tant’è.

Peraltro non sono stati quei complottatori di Repubblica o del Pais a sottolineare questo curioso intervento, ma ne dà conto – all’insegna della trasparenza – direttamente Il Giornale del fratello di cotanto presidente. Ma il bello, come avrebbe detto il mitico Corrado, è che “non finisce qui”.

Sentite cosa propone Berlusconi: «Lavoriamo per ridare fiducia e infondere ottimismo al fine di approfittare dell’insegnamento della crisi attuale per creare le condizioni della ripresa e della rinascita. Dobbiamo uscire dalla crisi con una nuova regolamentazione dei mercati finanziari, un global-legal standard contro il ripetersi di recessioni. Dobbiamo neutralizzare la tentazione del protezionismo. Dobbiamo facilitare i negoziati per l’accordo globale sul clima in ambito Onu. Dobbiamo definire un nuovo concetto di sviluppo fondato sulla collaborazione di soggetti pubblici e privati e sull’impiego di più strumenti mirati alle popolazioni emarginate e ai Paesi che soffrono di più della crisi alimentare e dei cambiamenti climatici».

Certo se le parole non arrivassero da chi sul 20-20-20 ha fatto un ostruzionismo feroce pochi mesi fa e che nel suo programma le questioni di sostenibilità le ha ridotte a ripulire i muri dalla scritte e togliere la cartacce dalle strade (purtroppo è vero, non è una battuta), ci sarebbe di cui essere fiduciosi, perché il presidente del consiglio addirittura sembra aver chiaro il fatto che le crisi in atto sono almeno due, quella economica e quella ecologica: «Dobbiamo uscire da questa crisi economica, dalla sfida climatica e dai potenziali conflitti che insidiano la sicurezza globale, più liberi, più forti e più prosperi. E, soprattutto, più uniti».

Bene, dunque, sempre che tutto il ragionamento non sia solo propedeutico alla volontà di far ripartire la macchina atomica in Italia, ovvero che qualcuno lo abbia avvisato che attraverso il global warming può trovare un varco aperto al nucleare... Non ci resta che aspettarlo alla prossima boutade?

Torna all'archivio