[05/06/2009] Parchi

Una rete di aree protette tra Russia e Cina per salvare tigri e leopardi

LIVORNO. La sotto-commissione russo-cinese per la protezione dell’ambiente ha dato il via libera alla realizzazione di una riserva transfrontaliera per proteggere la tigre siberiana (Panthera tigris altaica) ed il leopardo dell’Estremo oriente (Panthera pardus orientalis o Panthera pardus amurensis – nella foto). Russi e cinesi hanno riconosciuto l’importanza del programma di salvaguardia per il recupero delle popolazioni di animali selvatici nelle loro regioni di frontiera.

Il ministero delle risorse naturali della Russia spiega che «I due Paesi contano anche di avviare delle consultazioni in vista della firma di un accordo intergovernativo sulla protezione degli uccelli migratori e di scambiarsi informazioni sui progetti suscettibili di nuocere all’ambiente. Essi adotteranno una strategia di realizzazione di una rete transfrontaliera di riserve naturali nel Bacino dell’Amur nel 2010».

La firma di del ministro per le risorse naturali cinesi Zhu Shengxian e del suo omologo russo Tury Trutnev per la creazione della riserva transfrontaliera e la creazione di una rete di parchi dovrebbe così suggellare, nel nome dell’ambiente, la completa pacificazione di quella che ai tempi di Mao e di Breznev era una delle frontiere più calde del mondo.

La tigre siberiana o dell’Amur è una specie in via di estinzione, uno dei carnivori più minacciati al mondo ed inserito nella Lista Rossa dell’Iucn perché la sua popolazione, che era stimata in 100.000 individui si è ridotta in 100 anni a 4.000 esemplari. Secondo i dati dell’ultimo censimento effettuato nel 2006, tra il Territorio di Primorie e la regione dell’Amur vivrebbero 450 tigri siberiane, il 95% degli esemplari ancora allo stato selvatico.

Il leopardo dell’Estremo Oriente è considerato uno dei felini più rari del mondo e la sottospecie di leopardo più a rischio estinzione. Secondo gli ultimi censimenti del 2006-2007 ormai non ne resterebbero che una trentina che vivono soprattutto nei distretti russi di Khassan e Nadejdinsk nel territorio di Primorie e nel nord della Cina. Una popolazione ridottissima che non mostra purtroppo segni di ripresa da molti anni.

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