[25/05/2006] Urbanistica

Zucconi sul piano della Val di Cornia: «Riallinearlo ai comuni mancanti»

PIOMBINO (Livorno). Il piano strutturale d’area della Val di Cornia è ormai in procinto di essere adottato, come ci ha confermato ieri anche Vezio De Lucia, l’architetto incaricato di redigerlo. Il piano della Val di Cornia parte però senza i territori di San Vincenzo e di Sassetta. Un commento a questo fatto lo abbiamo chiesto a Massimo Zucconi, presidente della Parchi Val di Cornia Spa e "regista", in quanto dirigente dell´Urbanistica del Comune di Piombino, del precedente Piano.

Zucconi, possiamo dire che è un piano strutturale di area... ridotta?
«Di sicuro questo è un limite rispetto alle esperienze degli anni ‘80, quando gli indirizzi furono coordinati anche con San Vincenzo, mentre già allora mancava Sassetta. Poi c’è stata la seconda fase di pianificazione coordinata e in questo caso l’obiettivo era quello di portare a compimento la programmazione in tutti e cinque i comuni, ma poi all’ultimo San Vincenzo si tirò indietro e andò per conto suo a fare piano strutturale. Oggi si parte direttamente da meno due».

Le intenzioni sono comunque quelle di riallineare Sassetta e San Vincenzo a piano approvato.
«Anche se l’obbiettivo è comunque quello di riportare poi tutti all’interno delle linee strategiche, la tempistica di questa operazione porta inevitabilmente qualche impaccio e qualche difficoltà in più a mantenere salda la pianificazione coordinata. In ogni caso sentire il bisogno di un riallineamento successivo significa che il limite si sente e significa anche che negli ultimi 25 anni non abbiamo saputo mantenere salda la pianificazione della Val di Cornia».

Che ne pensa delle ‘varianti anticipatrici’ al piano, che probabilmente saranno approvate contemporaneamente o addirittura successivamente?
«Non so quando saranno adottate, so che le avevano decise per accelerare gli iter di situazioni particolari. In generale però penso che quando si fa un piano strutturale, più roba si riconduce al piano e meglio è, perché ogni procedimento esterno fa perdere organicità all’intero lavoro».

Come giudica la valutazione degli effetti ambientali contenuta nel piano?
«Non la conosco. Immagino che tenga di conto del rapporto tra le risorse del territorio e le ipotesi di sviluppo, cioè della disponibilità effettiva di risorse. Non credo che non sia stata affrontata, anche perché ormai lo sviluppo sostenibile, come viene chiamato, è diventato uno dei punti cardini della pianificazione e il paradigma della crescita illimitata, come oramai è chiaro a tutti, è roba stantia oltrechè insostenibile».

(nella foto la rocca di S. Silvestro)

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