[04/06/2009] Energia

I trend globali delle energie rinnovabili, continente per continente

LIVORNO. Secondo il rapporto dell’Unep “Global Trends in Sustainable Energy Investment 2009” è ancora l’Europa a dominare il settore dell´energia sostenibile con nuovi investimenti nel 2008 per 49,7 miliardi di dollari, ed un più 2% sul 2007, con un tasso di crescita di investimento anno dopo anno (Compound annual growth rate - Cagr) del 37% tra il 2006 e il 2008. Gli investimenti sono sostenuti dai governi con incentivi per le nuove politiche e i nuovi progetti di energia sostenibile, soprattutto in paesi come la Spagna, che ha prodotto 17,4 miliardi di dollari in investimenti nel 2008.

Il Nord America ha scontato nel 2008 l’ultimo anno dell’amministrazione di George W. Bush: i nuovi investimenti nell’energia sostenibile sono stati 30,1 miliardi di dollari, con un calo dell’8% rispetto al 2007 (15% Cagr dal 2006-2008). Gli Usa registrano un rallentamento dei finanziamenti dopo la saturazione nel 2007 per l’etanolo prodotto dal mais. In Nord America è calato anche il numero di tax equity providers e la crisi economica ha fatto diminuire i progetti per l’energia eolica e solare.

In America latina il Brasile, con il 90% totale dei finanziamenti del sub-continente, occupa la scena come il più grande mercato mondiale delle energie rinnovabili: circa il 46% della sua energia viene da fonti rinnovabili e punta ad ottenere l’85% della sua energia elettrica dalle sue enormi risorse idroelettriche e dall’industria del bioetanolo, diventata una realtà solida quanto contestata per i suoi effetti ambientali. Circa il 90% delle nuove auto brasiliane si muovono con una miscela di etanolo (25%) e benzina e nel 2008 l´etanolo è arrivato a rappresentare oltre il 52% del consumo di carburante dei veicoli leggeri. Il governo punta anche sull’eolico con uno specifico bando entro il 2009 per la fornitura di 1GW di energia eolica all’anno. Il Brasile è anche un leader globale del finanziamento delle energie rinnovabili: nel 2008 la Banca di sviluppo brasiliana è stato il più grande finanziatore mondiale di progetti per le energie rinnovabili.

Accanto al gigante brasiliano cominciano a muoversi molti altri paesi latinoamericani che cercano di attuare politiche di sostegno alle energie rinnovabili. Il Cile ha recentemente approvato una legge per l´energia rinnovabile che regolamenta l’intero settore in un Paese dove mini- idroelettrico, eolico e geotermia stanno diventando sempre più attraenti per gli investitori. Il governo cileno prevede un 10% di energia rinnovabile per i consumi elettrici del Paese.

Nel 2008 il Perù ha introdotto una normativa che prevede che per i prossimi cinque anni il 5% dell´energia elettrica prodotta derivi da fonti rinnovabili, la legge prevede anche incentivi finanziari e tariffari. Il Messico ha un obiettivo non vincolante dell’8% di energie rinnovabili entro il 2012, ma il nuovo piano energetico nazionale che dovrebbe essere approvato entro la fine del mese prevede di raddoppiare questo obiettivo.

In Africa la parte del leone la fa naturalmente il Paese più sviluppato del continente: il Sudafrica, che ha annunciato tariffe “feed-in” che garantiscono un tasso di cambio stabile per i progetti di energia rinnovabile. Il Sudafrica punta ad incentivi e regimi tariffari che stimolino una crescita delle rinnovabili simili a quella avvenuta in Germania e Danimarca.

La mancanza di investimenti è invece il principale ostacolo allo sviluppo delle energie rinnovabili nell’Africa sub-sahariana, anche se nel 2008 sono stati fatti grandi progressi. Ad esempi, in Kenya sono un corso diversi investimenti, compreso il primo finanziamento privato nell’intero continente per un impianto geotermico e un campo eolico da 300 MW nell’area del lago Turkana. In Etiopia, la Vergnet, un’azienda francese che produce turbine eoliche, ha firmato un contratto da 210 milioni di euro con l’Ethiopian Electric Power Corporation per la fornitura e l’installazione di 120 turbine da 1 MW. In Angola, la brasiliana Odebrecht sta realizzando un impianto per produrre etanolo da canna da zucchero che dovrebbe entrare in funzione entro il 2010. Il britannico Cams Group ha annunciate che realizzerà in Tanzania un impianto in grado di produrre 240 milioni di litri di etanolo all’anno utilizzando il sorgo.

In Africa del Nord lo sviluppo delle energie rinnovabili continua a concentrarsi in Marocco, Tunisia ed Egitto soprattutto per quanto riguarda solare ed eolico. L’Egitto ha annunciato che vorrebbe realizzare un impianto eolico nell’area di Saidi in grado di fornire il 20% dell’energia di cui ha bisogno entro il 2020. Il governo marocchino ha reso noto un Piano per arrivare a soddisfare con le energie rinnovabili il 10% del suo fabbisogno energetico.

In Asia sta crescendo quello che sarà il gigante delle energie rinnovabili: la Cina che nel 2008 è diventato il secondo Paese del mondo per potenza eolica installata in un anno e il quarto in assoluto per capacità installata. Solo nel 2008 la Cina ha installato tra 5 GW e 6,5 GW di eolico, raggiungendo così 11 – 12,5 GW. La Repubblica popolare cinese è diventata anche il più grande produttore mondiale di pannelli fotovoltaici, con il 95% della sua produzione che viene esportata. Le biomasse nel 2008 sono cresciute di 800 MW, portando il totale dell’energia elettrica prodotta con rifiuti agricoli a 2,88 GW. E’ invece ad un punto morto lo sviluppo di biocarburanti, anche per l’alto costo delle materie prime.

Anche in India la maggior parte dei finanziamenti è andata all’energia eolica, in crescita del 17% , con investimenti tra i 2,2 e i 2,6 miliardi di dollari. Grazie alle politiche di sostegno pubbliche, gli investimenti per l’´energia solare sono passati dai 18 milioni di dollari del 2007 ai 347 milioni del 2008, la maggior parte dei quali sono andati alle produzione di pannelli solari. In India è quasi quadruplicato il contestatissimo investimento nelle centrali idroelettriche: 543 milioni di dollari nel 2008, mentre calano i finanziamenti per i biocarburanti: 49 milioni di dollari nel 2008 contro i 251 milioni del 2007. L’india ha però urgente bisogno di rivedere la sua obsoleta rete di distribuzione dell’elettricità se vuole davvero percorrere la strada dell’efficienza energetica.

Dal Giappone “tutto nucleare” viene una nuova spinta verso l´energia sostenibile. Nel dicembre 2008 è stato approvato un pacchetto di sovvenzioni per 9 miliardi di dollari per i tetti solari, che prevede la concessione di 70.000 yen (785 dollari ) per kW installato con pannelli fotovoltaici, così dopo tre anni di stallo, la domanda interna di pannelli fotovoltaici è aumentata del 6%. Anche la geotermia giapponese è nuovamente in crescita, dopo una pausa di 20 anni a gennaio il governo ha annunciato la realizzazione di un impianto geotermico da 60 MW.

Alla fine del 2008 le Filippine hanno approvato una nuova legge sulle energie rinnovabili, con specifici incentivi (soprattutto fiscali), si tratta di una prima assoluta per il Sud Est asiatico che potrebbe servire da modello per altri Paesi. Anche Thailandia e Malaysia stanno tentando di introdurre le energie rinnovabili, puntando soprattutto sulla miscelazione dei biocarburanti con quelli di origine fossile.

In Oceania è naturalmente l’Australia il Paese che ha più bisogno di cambiare modello energetico. Il nuovo governo laburista ha istituito un fondo per le energie rinnovabili da 436 milioni di dollari e 50 milioni di dollari australiani sono già stati stanziati per finanziare la geotermia e aiutare le imprese a sopportare gli elevati costi iniziali di ricerca e perforazione. La geotermia dovrebbe fornire all’Australia il 7% del suo fabbisogno energetico entro il 2030. Anche l’eolico usufruirà dei nuovi incentivi e nelle intenzioni del governo dovrebbe fornire la maggior parte della quota del 20% di energie rinnovabili prevista per il 2020.

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