[03/06/2009] Energia

Toscana, pronto piano emergenza abitativa. Baronti: «Una marea di energia sprecata, da recuperare»

FIRENZE. «In questi giorni presenteremo un programma apposito per l’emergenza abitativa, mettendo in campo 143 milioni di €: l’obiettivo è rendere disponibili almeno 2500 case in non più di 2-3 anni, di cui la metà entro fine 2009. Ciò si aggiunge a risorse già stanziate per quasi 180 milioni, per un totale di 320 milioni di euro. Questa iniziativa fa seguito alla legge sull’edilizia (cioè quella che viene chiamato erroneamente il “piano-casa” del Governo, nda): ad oggi, la Toscana è l’unica regione ad aver fatto la legge, mentre il Governo ancora non ha emesso il relativo decreto. Nonostante ciò, continuano a dirci che siamo noi a voler sempre bloccare tutto». Sono dichiarazioni rese oggi da Claudio Martini, presidente della giunta regionale Toscana, durante l’incontro con la stampa in cui, insieme all’assessore regionale alla casa Eugenio Baronti, ha fatto il punto su alcune iniziative regionali. Tra i temi trattati, oltre al programma per la questione abitativa, la legge sull’immigrazione e gli impegni per l’accesso e la facilitazione al credito per le imprese che saranno inseriti nel Dpef, la cui approvazione è prevista per fine luglio.

Riguardo ai fondi per il piano-casa, l’assessore Baronti ha parlato di «boccata d’ossigeno per le imprese», e ha spiegato che i 180 milioni che si aggiungeranno ai 143 stanziati «derivano da una riprogrammazione nelle rendicontazioni, cioè erano già nella disponibilità delle amministrazioni e non si tratta, come ho letto in questi giorni, di un “tesoretto” a disposizione della Regione». Il piano-casa prenderà forma agendo secondo alcuni capisaldi: la prima misura è «quella che va a recuperare il patrimonio esistente. Si parla di 5-6 mesi per realizzare almeno 750 alloggi entro la fine dell’anno», data entro cui si dovrebbero aggiungere almeno altri 450 appartamenti di nuova edificazione. Altri aspetti della legge regionale investono la concessione di agevolazioni per il recupero residenziale dei borghi in via di spopolamento (stanziamento: 5 milioni) e fondi per la messa a disposizione delle nuove case a canone accessibile.

E poi c’è un’altra misura interessante: saranno 13 i milioni di € investiti per quella che Baronti ha definito come «la promozione di una cultura basata su un nuovo modo di abitare, che punti all’efficienza energetica e all’uso di tecnologie “dolci”, ma che punti anche ad un’edilizia che favorisca la socialità, e l’interscambio tra le persone». Ciò, unito all’adozione di tecniche di bio-edilizia e di bio-architettura, «anticipa ciò che vogliamo diventi “sistema”: la sostenibilità nella nuova edificazione non è un optional, ma deve diventare un obbligo per tutti».

Appare chiaro che, per essere improntato a criteri di sostenibilità, nell’attuale fase un piano di intervento pubblico sull’edilizia deve necessariamente agire con vincoli stringenti sui criteri costruttivi ed energetici con cui sarà costruito (e successivamente mantenuto e restaurato) il nuovo edificato. E, anche se la cifra stanziata è ridotta, è positivo il fatto che in una legge sulla casa siano presenti anche incentivi che possiamo definire “culturali”, finalizzati a stimolare la crescita della cultura dell’abitare. Anche se Baronti ha fatto intendere che l’aspetto che intende incentivare è soprattutto quello inerente alla comunicazione tra persone (quindi parliamo più della sostenibilità sociale che di quella ambientale), questo aspetto merita comunque di essere citato tra gli elementi di più costruttiva novità della legge.

Resta da capire quanto sarà stringente il vincolo relativo all’adozione di tecniche edilizie e architetturali improntate alla sostenibilità. A questo riguardo abbiamo chiesto un commento allo stesso Baronti.

Assessore, lei ha dichiarato che «la sostenibilità nella nuova edificazione non è un optional, ma deve diventare un obbligo»: come si traduce questo nella nuova legge?

«Siccome la legge toscana anticipa quella nazionale, noi vogliamo che tutte le nuove case “pratichino” l’efficienza energetica, campo su cui dobbiamo recuperare tempo perso: gli altri paesi europei, infatti, sprecano molta meno energia rispetto a noi: ad esempio, mentre in Italia la media dei consumi energetici domestici è di 170 kwh/mq/anno, in Germania questo valore è di 60 kwh/mq/anno. In mezzo a questi due valori c’è una marea di energia sprecata, che va recuperata. E poi ci sono i 13 milioni, che saranno spesi per progetti-pilota che puntino alla qualità ambientale e sociale».

Oltre all’efficienza energetica, quali tecnologie saranno adottate per soddisfare tramite energia rinnovabile il fabbisogno del nuovo edificato?

«Essendo previsti interventi in tutta la regione, occorre tenere conto delle diverse specificità territoriali, e ciò sarà fatto con la necessaria flessibilità: l’obiettivo resta l’ecoefficienza e il recupero del tempo perso rispetto agli altri paesi europei».

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