[01/06/2009] Comunicati

Con la Dichiarazione di Nairobi l’Africa si presenta unita a Copenhagen

LIVORNO. A 6 mesi dalla Conferenza sul clima di Copenhagen l’African Ministerial Conference on the Environment (Amcen) riunita in Kenya hanno adottato la Dichiarazione di Nairobi, un passo importante che segna una prima posizione comune dei Paesi africani sul cambiamento climatico e che sottolinea le principali sfide e opportunità che il continente ha di fronte nei negoziati per il post-Kyoto.

L’Africa chiede al G8 di rispettare la promessa di realizzare un centro regionale climatico in Africa per il migliorare la gestione del rischio climatico e attuare la strategia regionale per la riduzione del rischio di catastrofe ed ai Paesi sviluppati di fissare obiettivi ambiziosi di riduzione delle loro emissioni entro il 2020: tra il 25 e il 40% in meno dei livelli del 1990, al fine di conseguire una significativa riduzione di CO2 in atmosfera.

Buyekwa Sonjica, presidente dell’Amacen e ministro per l’acqua e gli affari ambientali del Sudafrica, dice: «Per me é chiaro che come continente l´Africa ha dei bisogni che devono essere affrontati per la gestione del cambiamento climatico e dell’ambiente. Sono incoraggiata dai progressi effettuati dai negoziatori e dalla volontà politica dimostrata con la presenza dei ministri. L’Africa guarda seriamente a tutti gli aspetti, accordando un posto particolare all’adattamento. Sono eccitata per far parte di questo gruppo così promettente. Il fatto che l’Amcen sia una commissione tecnica specializzata dell´Unione africana dimostra la serietà con la quale l’Africa affronta questa questione».

In effetti le misure di adattamento sono al centro dell’impegno proposto dai ministri africani, sia come politica strategica integrata continentale che per lo sviluppo nazionale e regionale. I settori dove l’adattamento al cambiamento climatico è più urgente sono le risorse idriche, la salute, le infrastrutture, la biodiversità e gli ecosistemi, le foreste, la gestione urbana, il turismo, la sicurezza alimentare ed energetica e le risorse costiere e marine.

La Dichiarazione di Nairobi «Raccomanda vivamente a tutte le parti, e particolarmente alla comunità internazionale, che un sostegno accresciuto all’Africa si debba basare su queste priorità, che inglobino l´adattamento, la formazione di capacità, i finanziamenti e la tecnologia dello sviluppo». I Paesi africani puntano a mettere in opera programmi per la lotta al cambiamento climatico che consentano uno sviluppo sostenibile, in particolare con la diminuzione della povertà e attraverso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo, «con un’attenzione per i più vulnerabili, quali le donne e i bambini che oggi subiscono il grosso degli impatti».

Secondo il direttore dell’Unep, Achim Steiner, «Forgiando una posizione unitaria, i ministri africani hanno sottolineato la loro volontà di far parte della soluzione alla sfida del cambiamento climatico, nell´ambito delle diversità delle loro economie, in anticipo sulla fondamentale riunione della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si riunirà a Copenhagen, tra soli 190 giorni. Il premio per lo sviluppo dell’Africa è un’accelerazione dei progetti per l’energia pulita e rinnovabile ed il pagamento dello stoccaggio del carbonio nelle foreste ed eventualmente nei terreni aridi, pascoli ed agricoltura sostenibile. L’Africa si è oggi assunta le proprie responsabilità nazionali e globali . E’ giunto il momento per altri continenti e Paesi , specialmente per le economie sviluppate, di assumersi seriamente le loro»

I ministri si sono accordati su un messaggio politico centrale che l’Africa porterà a Copenhagen: l’accordo dovrà essere basato su principi di equità e di responsabilità comuni ma differenziati secondo le rispettive capacità. Una posizione che deriva dal fatto che l´Africa ha il più basso livello di emissioni pro capite e sta subendo il massimo impatti dei cambiamenti climatici, mentre le previsioni mostrano in alcuni Paesi del continente un calo delle precipitazioni anche del 50% entro il 2020, con una popolazione tra i 75 ed i 250 milioni di persone in Africa saranno a rischio di un maggiore stress idrico dovuto ai cambiamenti climatici.

Il continente è impreparato ad affrontare le sfide del global warming e la situazione è aggravata da una povertà endemica, una non eccellente governance istituzionale e da un accesso limitato ai capitali ed ai mercati, dalla debolezza infrastrutturale e tecnologica, dal degrado degli ecosistemi e dal susseguirsi di catastrofi naturali e conflitti. Il problema più grosso per le misure di adeguamento dell’Africa al cambiamento climatico sono i soldi necessari: tra 1 e 50 miliardi di dollari all’anno.

Per questo i ministri africani chiedono di migliorare il Clean Development Mechanism, per garantire un’equa distribuzione geografica dei progetti che contribuiscono allo sviluppo sostenibile, e anche delle categorie ammissibili a beneficiare di crediti di carbonio e di altri incentivi internazionale che riguardano l’utilizzo sostenibile di territorio, l´agricoltura e la gestione delle foreste, al fine di promuovere la produttività agricola, in modo da migliorare la resilienza e l´adattamento ai cambiamenti climatici.

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