[01/06/2009] Parchi

Saranno gli indigeni a salvare il pianeta?

ROMA. Saranno proprio loro a salvarci. Eppure i loro diritti sono calpestati senza riguardo. E´ questa la conclusione del rapporto congiunto dell´organizzazione internazionale sui legni tropicali (International Tropical Timber Organization - ITTO) e del Rights and Resources Initiative (RRI).Vedi: http://rightsandresources.files.wordpress.com/2009/05/rri_itto-tropical-tenure-assessment_final_4.pdf. Lo studio, reso pubblico in occasione della conferenza internazionale Forest Governance, Tenure and Enterprise (25-31 maggio 2009,Yaoundé, Camerun) analizza il trasferimento della proprieta´ della terra in 39 paesi (che ospitano il 96 per cento delle foreste tropicali).Dove le comunità indigene sono legalmente titolari delle proprie foreste tradizionali, è molto più probabile che queste vengano preservate. La foresta infatti è essenziale per sostentamento a oltre 800 milioni di persone.Le foreste tropicali possono svolgere un ruolo essenziale nel contenimento del cambiamento climatico. Secondo l´Onu il 17,4 per cento di tutte le emissioni viene proprio dalla deforestazione. I paesi in cui le comunità indigeni hanno meno diritti sono anche i responsabili di oltre la metà delle emissioni di CO2 da deforestazione: Indonesia, Myanmar, Thailandia, Cambogia, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Costa d´Avorio, Camerun e Venezuela.

Se la deforestazione non viene fermata immediatamente con misure drastiche, un innalzamento delle temperature globali di oltre ue gradi centigradi porterebbe all´estinzione del 30-40 per cento delle specie viventi, e avvierebbe un circuito vizioso (piu´ deforestazione, maggiore innalzamento delle temperature), aprendo uno scenario di desertificazione, cicloni, e inondazioni.Ecco il ruolo essenziale che le comunità indigene possono svolgere, di guardiani delle loro stesse foreste. Un ruolo essenziale per l´intera umanità, ma che può essere effettivo solo se i popoli indigeni vedono riconosciuti i diritti legali sulle proprie foreste. Ancora oggi quando un´impresa è interessata alle loro terre, le comunità locali non hanno gli strumenti legali per fermare la distruzione, mentre polizia e esercito intervengono solitamente a sedare le proteste, come recentemente avvenuto in indonesia e Perù.

Ma rispetto a questi paesi, sostengono gli autori dello studio, le comunità indigene in Africa si trovano in condizioni assai peggiori: i paesi del Bacino del Congo sarebbero indietro di secoli (per l´esattezza di 260 anni) rispetto ai paesi del bacino amazzonico, almeno per quanto riguarda i diritti di proprietà delle terre tradizionali da parte delle comunità forestali. Le loro foreste vengono cedute alle multinazionali del legname, alle compagnie minerarie e alle grandi piantagioni della palma da olio. E a rischio è l´intero pianeta.

Il dibattito internazionale sulla protezione delle foreste, sostengono gli autori dello studio, ancora non ha iniziato a prendere seriamente in considerazione il tema dei diritti ancestrali, che invece è un elemento chiave di qualsiasi strategia volta a fermare la deforestazione. Al contrario, le proposte di finanziamento della protezione delle foreste, potrebbero portare alla valorizzazione di aree marginali e alla conseguente cacciata delle comunità tradizionali, aprendo così la strada alla deforestazione.

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