[01/06/2009] Energia

Dal New York Times brutte notizie per i nuclearisti (italiani e non)

LIVORNO. Un interessante articolo uscito sul New York Times indaga sul nucleare nel mondo, riportando anche una tabella dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, e lo fa partendo dalla considerazione che è bene sapere cosa sta succedendo nei paesi dove si investe in questa fonte energetica, quasi a rafforzare le scelte dell’amministrazione Obama che punta su altre fonti energetiche. Nello Stimulus Plan infatti, il neo presidente Usa non ha messo neanche un dollaro per garantire gli investimenti nei nuovi impianti, mentre sono stati stralciati i fondi previsti per il sito unico di stoccaggio a Yucca Mountain. Nell´articolo si parla di due Stati interessati alla costruzione di centrali, la Florida e la Georgia, che hanno cominciato a introdurre una voce in bolletta per mettere da parte fondi, per due reattori che vorrebbero realizzare, ma ancora di concreto non c´è nulla.

Per evidenziare i problemi del nucleare, l’articolo racconta dell´impianto finlandese di Olkiluoto, e dei ritardi accumulati nei tempi ipotizzati per la sua realizzazione che hanno fatto salire i costi per poterlo portare a termine, almeno del 50% oltre a quanto preventivato: la stessa Areva ha riconosciuto che il costo del nuovo reattore è oggi circa 6 miliardi di euro. Il reattore più potente che sia mai stato costruito-si dice nell’articolo- che doveva essere l’emblema della rinascita nucleare-arranca sul terreno fangoso dell’isola finlandese dopo quattro anni di costruzione e le migliaia dei difetti e delle mancanze registrati, Areva, la società che lo sta realizzando, non si pronuncia su quando potrà entrare in esercizio.

Se ne parlava come del reattore più potente mai costruito, con un disegno modulare pensato per renderlo più veloce e meno costoso da costruire e, si dice anche, per essere più sicuro. Ma le cose non sono andate come previsto e anche a Flamanville, in Francia, un clone del reattore finlandese ora in costruzione è lo stesso in ritardo e overbudget. I problemi in Europa- sostiene allora il quotidiano - suggeriscono che questi nuovi reattori non saranno né più facili né meno costosi da costruire di quelli di una generazione fa, quando i sovraccarichi di costo – e gli incidenti a tre Mile Island e Chernobyl - hanno concluso l´ultima asta della costruzione nucleare.

E la nuova flotta di reattori che secondo Michael J. Wallace, il presidente dell´energia nucleare di UniStar – un’impresa nata fra il gruppo EDF e l’americana Maryland - dovrebbe condurre ad un risparmio significativo nei tempi e nei costi, si sta mostrando del tutto inaffidabile.

Gli Stati Uniti generano circa un quinto della loro elettricità da una flotta di 104 reattori, al più costruita negli anni 60 e 70 e il carbone ancora fornisce circa la metà di alimentazione del paese. Per i reattori di nuova generazione, la commissione per la regolamentazione nucleare a Washington ha lavorato con l´industria per valutare e approvare le nuove tecnologie, ma il programma per certificare il modello più avanzato presentato da Westinghouse, è slittato e ancora non è stato approvato il progetto EPR (come quello in costruzione in Finlandia) per il mercato americano.

Questo mese, il reparto di energia degli Stati Uniti ha elaborato una lista di quattro progetti di reattori eleggibili per alcune garanzie di prestito. Ma se nel 2005, il congresso ha fornito 18.5 miliardi di dollari all’energia nucleare e l’obiettivo dell´industria era di ottenere una quota supplementare di 50 miliardi di dollari, le speranze si sono volatilizzate quando quei soldi sono stati stralciati dal presidente Obama

E adesso le aziende degli Stati Uniti stanno seguendo con apprensione la situazione dei ritardi in Finlandia e all’ampiezza dell’investimento e secondo Paul L. Joskow, un professore di economia al Massachusetts Institute of Technology, co-autore di un rapporto sul futuro di energia nucleare, «l’andamento dei nuovi reattori nucleari sarà molto più lento del previsto» e ciò gioca a sfavore della tesi per cui la lotta ai cambiamenti climatici non potrà prescindere dall’energia atomica.

Affinché l´energia nucleare abbia un alto effetto sulla riduzione dei gas serra, dovrebbe essere costruita una media di 12 reattori ogni anno in tutto il pianeta fino al 2030, secondo la Agenzia per l´energia nucleare, ma non ci sono neppure reattori in costruzione per sostituire quelli che sono prossimi alla loro fine vita e dei 45 reattori che sono in fase di realizzazione in tutto il mondo, ben 22 hanno incontrato ritardi, secondo un´analisi preparata questo anno per il governo tedesco da Mycle Schneider, un analista di energia e un critico dell´industria nucleare, che ha aggiunto che nove non hanno nemmeno date ufficiali di start-up. E il nostro paese sta esattamente in questo gruppo.

Torna all'archivio