[29/05/2009] Urbanistica

Firenze: verso un referendum sul sottoattraversamento Tav?

FIRENZE. Dopo il referendum sulla tramvia (febbraio 2008), potrebbe profilarsi per Firenze un nuovo momento di consultazione popolare, questa volta sul tratto fiorentino della linea ferroviaria ad alta velocità. Il promotore, così come avvenne per la tramvia, è Mario Razzanelli, attualmente fuoriuscito dall’Udc e a capo di una lista civica per le comunali di Firenze. Razzanelli ha raggiunto la notorietà nella politica fiorentina negli anni successivi alla definizione del progetto-tramvia, allorché cominciò un battage politico finalizzato all’adozione della soluzione sotterranea, cioè quella che all’epoca veniva chiamata micro-metropolitana, e che poi è stata scartata a favore della tramvia.

Dopo anni di battaglie per il passaggio in sotterranea, l’ultimo colpo ad effetto di Razzanelli contro la tramvia fu appunto la raccolta delle firme per la convocazione di un referendum popolare che, tenutosi come detto nel febbraio 2008, vide la partecipazione di meno del 40% dei votanti potenziali, che in leggera maggioranza si espressero contro la linea 2, quella del famigerato passaggio al Duomo (53,8%) e anche contro la linea 3 (51,8%). Essendo i referendum comunali caratterizzati da una natura puramente consultiva, e vista l’affluenza bassissima, il comune di Firenze scelse di non prendere in considerazione il risultato, e di proseguire con la pianificazione già in corso.

Ora, va ricordato che, a livello nazionale, ancora non era caduta la Prima repubblica e già si parlava (1991) della Tav e del relativo nodo fiorentino. In particolare, la progettazione della stazione dell’alta velocità a Firenze è stata assegnata già nel 2002 allo studio di Norman Foster, architetto di grande fama, che ha previsto la realizzazione di una stazione (la cui forma è stata definita “a bocca di squalo” – vedi immagine) nella zona degli ex-macelli, quartiere di Rifredi.

Ed è proprio la delibera relativa alla realizzazione della nuova stazione che Razzanelli, secondo quanto dichiarato all’agenzia Asca, vuole sottoporre alla consultazione popolare: nella giornata di domani annuncerà ufficialmente la sua intenzione di raccogliere 10.000 firme per il referendum, anche se per ovvi motivi la raccolta inizierà, almeno secondo quanto annunciato, solo dopo le comunali del 6-7 giugno.

Visto il periodo, naturalmente occorre attendere per vedere se la mossa sarà concretizzata, o se siamo davanti a un annuncio finalizzato alla sola campagna elettorale: la motivazione della raccolta di firme, secondo il promotore, non sta solo nella natura sotterranea dell’attraversamento (e quindi nella costruzione della nuova stazione), ma nel fatto che «l’amministrazione non tiene conto del parere dei fiorentini, e per i casi più spinosi nemmeno li informa. Fino a pochi mesi fa il tema della Tav era conosciuto solo dall´8,5% dei fiorentini».

E, anche se i numeri andrebbero verificati, va detto che è vero che gli aspetti di informazione (e soprattutto di partecipazione) relativi alla politica della mobilità (comprese Tav e tramvia) sono stati probabilmente sottovalutati dall’amministrazione fiorentina. Ciò ha avuto effetti negativi in termini sia pratici, sia soprattutto politici, poiché il poco radicamento delle nuove scelte nelle politiche di mobilità, cioè la carente azione di “avvicinamento” tra cittadini e opere che ha caratterizzato questi anni di cantieri, ha facilitato la strada a chi (per motivi che in gran parte andavano ben oltre la questione della mobilità) ha condotto una lotta serrata contro i progetti in questione.

D’altra parte, il carattere estremistico e spesso pretestuoso delle lotte politiche che sono state condotte contro la tramvia ha destato forte disapprovazione in chi punta all’adozione di una mobilità urbana sostenibile per Firenze, e le molteplici bugie (es. «non è una tramvia, è un treno») che sono circolate in questi anni hanno avuto l’effetto perverso di inquinare pesantemente il confronto politico nel capoluogo, sulla mobilità e poi, a cascata, su molte altre questioni politiche.

Come sappiamo, i contrari al sottoattraversamento Tav di Firenze (che secondo il progetto unirà in galleria la periferia est e quella ovest di Firenze, correndo da Campo di Marte a Castello) sostengono che lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto attraverso l’adeguamento della linea di superficie già esistente, riducendo fortemente l’impatto dei lavori, almeno nelle zone non interessate dai cantieri.

L’amministrazione fiorentina e quella regionale, sostenitori del sottoattraversamento, hanno finora replicato che le linee attuali di superficie, liberate, saranno dedicate alla realizzazione di un sistema ferroviario metropolitano, che unisca il Valdarno alla Piana fiorentina, e che il passaggio dell’alta velocità in superficie impedirebbe la realizzazione di questo progetto. Vedremo ora, ma comunque sicuramente dopo le comunali, quale sarà il seguito di questa nuova iniziativa, anche se restano dubbi sul fatto che lo strumento referendario (soprattutto quando usato per referendum a carattere consultivo e senza quorum vincolante) possa essere il modo migliore di affrontare questioni così stringenti e delicate come la mobilità sostenibile.

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