[28/05/2009] Energia

Sarkozy, Areva e il nuovo dittatore dell’uranio del Niger

LIVORNO. Il presidente del Niger, Mamadou Tandja, il 26 maggio ha sciolto il Parlamento che rischiava di mettere il veto al referendum che dovrebbe consentirgli di presentarsi nuovamente alle prossime elezioni presidenziali. «Con un decreto del Presidentedella Repubblica, l´Assemblée nationale è stata dissolta questa mattina», ha annunciato laconicamente la radio nationale du Niger.

Si tratta di un atto autoritario, il referendum già stato fortemente contestato con manifestazioni di massa in Niger, e arriva subito dopo il parere contrario al referendum della Corte Costituzionale del Niger. Tandja, che non nasconde la sua amicizia con i francesi e che di recente ha firmato un accordo per lo sfruttamento delle miniere di uranio con Nicolas Sarkozy, ha chiuso il Parlamento democraticamente eletto quando si è accorto che 113 deputati stavano per inviargli una lettera nella quale chiedevano di informarli sulla sua decisione di organizzare un referendum su una nuova Costituzione che gli permetterebbe di restare al potere anche dopo quello che doveva essere il suo ultimo quinquennato.

La Corte Costituzionale del Niger aveva accusato il presidente di voler violare la Costituzione addirittura utilizzando il suo articolo 49 che «No può servire da fondamento ad un cambiamento costituzionale». La deriva dittatoriale di Tandja è sempre più evidente e segue la strada di molti eterni presidenti africani, gli oppositori chiedono un intervento dell’Unione africana e dellas Communauté économique des Etats de l´Afrique de l´Ouest (Cedeao) perché sanzionino il presidente golpista e salvino la giovane democrazia nigerina: Sarà difficile trovino udienza in capi di Stato a vita, in Paesi dove le elezioni vengono usualmente truccate, in un continente dove i golpe “energetici” aumentano ed il rispetto della Costituzione e dell’alternanza è una rarità.

Il presidente del Niger, forse non a caso, ha inasprito la sua politica dopo l’incontro con la multinazionale (statale) francese Areva che con i buoni uffici di Nicolas Sarkozy ha portato all’accordo definitivo per lo sfruttamento delle miniere di uranio del Niger da parte dei francesi.
Solo ieri Réseau "Sortir du nucléaire" ha accusato le multinazionali di causare in Niger inquinamento e violazione dei diritti umani .

«Questo accordo – sottolineano gli ambientalisti francesi – permetterà ad Areva di ridipingere a basso costo la sua immagine e cercare così di nascondere le inaccettabili conseguenze delle sue attività in Niger. In cambio di alcune concessioni e qualche ripristino, Areva sarà in grado di continuare l’acquisizione di uranio a basso costo dal Niger, contaminando l´ambiente, drenando le acque sotterranee e cacciando le popolazioni autoctone».

La permanenza al potere di Tandja sarebbe una garanzia per questo gigantesco affare. «ancora una volta - conclude "Sortir du nucléaire" - l´industria nucleare dimostra di essere nociva non solo all’ambiente ed alla salute degli esseri viventi ma anche alla democrazia ed all’etica».

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