[28/05/2009] Rifiuti

Le isole ecologiche devono essere autorizzate con richiesta del sindaco

LIVORNO. Le isole ecologiche, le zone della strada riservate ai vari tipi cassonetti, devono essere autorizzate. E la richiesta dell’autorizzazione deve essere fatta dal sindaco e non dal dirigente che la gestisce perché “la decisione di istituire un’isola ecologica ha natura prevalentemente politica”.E’ la Corte di Cassazione che lo afferma con sentenza di questo mese che riconferma la condanna del sindaco di Fabro da parte del Tribunale di Perugia.

Il Tribunale ha condannato il primo cittadino non solo per aver istituito una stazione ecologica senza la dovuta autorizzazione, ma anche per aver abbandonato rifiuti pericolosi e non come frigoriferi, televisori, e batterie al piombo. Secondo il testo unico ambientale – Dlgs 152/06 così come modificato dal Dlgs 4/08 – quindi, può essere passibile di sanzione penale.

Il testo unico degli enti locali, invece, ha delegato ai dirigenti molti compiti e responsabilità e ha conferito loro autonomi poteri di organizzazione delle risorse. Ma in tema di rifiuti rimane al sindaco il compito di programmare la raccolta dei rifiuti. E’ sempre lui che mantiene il potere di intervento nelle situazioni contingibili e urgenti. Ed è sempre lui che ha il dovere di controllo sul corretto esercizio delle attività.

Dunque se il sindaco ha tali poteri e se la decisione di “piazzare” i cassonetti per la raccolta - anche se differenziata – dei rifiuti solidi urbani – secondo la Suprema Corte - ha natura programmatica e politica, al dirigente può essere affidata la gestione quotidiana dell’area. Queste aree sono riservate alla raccolta dei rifiuti provenienti dalle case dei cittadini, ma non tutti i rifiuti trovano il loro posto. Non per questo però, i frigoriferi, i televisori rotti e le batterie esauste delle macchine devono essere abbandonati sulle strade.

Oltre a intralciare la circolazione stradale e il passaggio per i pedoni, rappresentano per alcuni delle vere e proprie barriere e per la città una situazione di degrado, possono essere composti da sostanze pericolose per l’ambiente e la salute. I rifiuti infatti non solo vengono classificati in base alla provenienza, in urbani e speciali ma anche in base alla pericolosità in pericolosi e non.

Delle volte però l’individuazione dei rifiuti pericolosi non è così semplice. A tale proposito esistono dei criteri di classificazioni disciplinati dal codice europeo dei rifiuti. I diversi tipi di rifiuto inclusi nell’elenco sono definiti con apposito codice di 6 cifre e se pericolosi sono accompagnati da asterisco (*).

Per alcuni rifiuti, però, la presenza dell’asterisco non comporta automaticamente e non è sufficiente a definire il rifiuto come pericoloso. Nell’elenco vi sono dunque due categorie di rifiuto pericoloso: una concernente i rifiuti pericolosi in quanto tali (come per le batterie al piombo), e una concernente quelli astrattamente pericolosi la cui pericolosità va accertata volta per volta, cioè attraverso la verifica della presenza di un certo quantitativo di sostanze pericolose. In questa ipotesi il rifiuto è pericoloso solo quando le sostanze pericolose in esso contenute raggiungono determinate concentrazioni (definite per legge).

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