[27/05/2009] Parchi

Bracconaggio sulle rotte Malta-Italia

FIRENZE. Qualche settimana fa non è stata proprio brillante la collaborazione istituzionale tra Italia e Malta nel venire in soccorso ai naufraghi nel mar Mediterraneo, mentre invece pare funzionare bene quella tra i partner maltese e italiano di BirdLife international, ossia BirdLife Malta e Lipu-BirdLife Italia che denunciano il continuo esercizio della caccia illegale sulle rotte della migrazione degli uccelli selvatici tra Europa e Africa.

Dopo i dati dei campi antibracconaggio e lo studio delle rotte migratorie in territorio italiano effettuati dalla Lipu e Corpo Forestale dello Stato nelle zone di Reggio Calabria e Messina ( dati già resi noti da greenreport nei giorni scorsi), le associazioni di protezione degli uccelli hanno fatto il punto su quanto avvenuto in territorio maltese.

A Malta, durante il campo di osservazione primaverile svolto in aprile, sono stati registrati 2.699 spari durante un periodo di due settimane, con 596 spari registrati nella sola giornata del 23 aprile. Gli incidenti di caccia illegale, paragonati all’anno passato, sono però diminuiti all’incirca dell’11%, anche se il problema è ancora largamente diffuso, particolarmente nel sud di Malta e nelle aree dove i rapaci si concentrano nel tardo pomeriggio.

«In Italia il Corpo Forestale è fondamentale per la protezione degli uccelli migratori ¬– ha sottolineato Claudio Celada, direttore Conservazione Natura Lipu- BirdLife Italia - Crediamo fortemente che il governo maltese debba costituire un corpo operativo specifico per prevenire e reprimere il livello allarmante di bracconaggio nel Paese e tutelare i nostri uccelli migratori».

Per ora pare che il fenomeno del bracconaggio verso gli uccelli migratori in quelle aree sia difficile da arginare in entrambi i Paesi come testimonia Andre Raine, responsabile Conservatione di BirdLife Malta: «I risultati di questi campi sottolineano la gravità della caccia illegale a Malta, con il campo di osservazione primaverile che ha registrato molti spari. Anche a Reggio Calabria ha fatto registrare molti colpi da arma da fuoco, in un’area storicamente considerata come hotspot per la caccia illegale».

In molti casi di bracconaggio registrato su quelle rotte, gli “sparatori illegali” si rendono colpevoli di una doppia infrazione: sparano agli uccelli migratori in primavera, periodo in cui la caccia è vietata dalla Direttiva comunitaria “Uccelli” proprio per lo spostamento dell’avifauna dai siti di svernamento africani ai siti di nidificazione europei, e spesso sparano a specie protette, rapaci inclusi, ovviamente azione illegale vietata durante tutto l’anno.

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