[27/05/2009] Comunicati

Nuovo sondaggio: il nucleare è la fonte da preferire per il 14% degli italiani

LIVORNO. La fotografia dell’Italia in tempi di crisi, rivela un paese che conosce i piani di rilancio dell’economia verde del presidente degli Stati Uniti, che è intenzionato a costruirsi un futuro più pulito, che non ha molta voglia di tornare al nucleare e in cui i problemi ambientali preoccupano più di terrorismo e guerre.

O almeno questa la fotografia scattata nel sondaggio realizzato da Lorien consulting e La Nuova ecologia presentato stamani in occasione del forum Quale energia?, iniziativa promossa insieme a Legambiente e al Kyoto Club, che propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili, in un confronto tra istituzioni, industria e mondo della ricerca.

La ricerca, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana, rivela che più del 60% degli italiani dice no al nucleare e quasi 7 cittadini su 10 lo considerano pericoloso. Mentre il 75% vorrebbe che l’energia fosse prodotta da fotovoltaico e solare. Le questioni ambientali turbano il sonno del 68,7% dei nostri concittadini, molto più del problema casa (4,9%) e del rischio terrorismo/guerra (22,1%).

«Anche in tempi in cui si tende a diminuire il budget quotidiano – dice l’amministratore delegato di Lorien Consulting e direttore della ricerca, Antonio Valente - gli italiani (37,7% degli intervistati) dichiarano un’aperta disponibilità a pagare di più per garantirsi energie pulite e sostenibili. Nel nostro Paese, pur in un momento in cui la scala dei valori tende a essere messa pesantemente in discussione, i temi legati all’ambiente rimangono prioritari a dimostrazione di una maturità oramai acquisita».

Interessante anche il dato relativo alla questione del nucleare, che sembrava in sondaggi precedenti aver aperto una breccia nel muro dell’aperta contrarietà dimostrata con il referendum del 1987.

«Malgrado la pressione mediatica – sottolinea Valente– la stragrande maggioranza, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, definisce l’energia nucleare cara e pericolosa. E privilegia le fonti rinnovabili: infatti solo una minoranza (14%) indica il nucleare come fonte da preferire. Una minoranza che, di fronte all’ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi».

Un dato che dovrebbe far riflettere quanti tra i rappresentanti del governo e della maggioranza, danno invece la questione del ritorno al nucleare come cosa ormai quasi scontata e già pianificano numero di centrali da costruire e tempi di inizio dei cantieri.

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