[26/05/2009] Comunicati

Regione Toscana: i consigli per "affrontare" un evento sismico

FIRENZE. Formazione e conoscenza sono alla base della campagna informativa che la Regione Toscana sta predisponendo per ridurre gli effetti e soprattutto per evitare la perdite di vite umane dovute ad un evento sismico. In base anche all’esperienza fatta in Abruzzo, secondo la Regione Toscana bisogna agire su tre fronti: quello della prevenzione, sui comportamenti durante una scossa e su quelli dopo un terremoto. I consigli di base su cosa fare quando arriva il terremoto e dopo la scossa, sono sintetizzati in dodici segnali grafici, che illustrano i comportamenti da tenere se si è in casa (rifugiarsi sotto una trave, un arco o un muro portante e non cercare di uscire finché la scossa non è finita), in auto (fermarsi lontano dalle linee elettriche e uscire dal veicolo) o all´aperto (allontanarsi dalla costa, cercare spazi aperti).

«Useremo il web, le nostre strutture e proporremo alle scuole una serie di incontri informativi per mettere a disposizione di tutti l´esperienza maturata in questi anni di impegno dei nostri tecnici e soprattutto per convincere tutti i toscani della necessità di agire con decisione per prevenire il rischio sismico» ha dichiarato l’assessore regionale alla protezione civile Marco Betti (Nella foto). Ma per attuare la fase di prevenzione è necessario avere un quadro conoscitivo aggiornato compresa la classificazione sismica di tutto il territorio (contenuta nel vademecum regionale). Il territorio regionale è diviso in quattro fasce, da quella meno a rischio (la zona 4) a quella in cui sono possibili scosse di maggior rilievo (la zona 2) che comprende tutti i comuni della zona appenninica, da Pontremoli a nord, a Cortona a sud ovest, oltre ad una porzione dell´Amiata. La Regione Toscana ha fornito anche l´elenco completo, provincia per provincia, di tutti i 287 comuni toscani, con la loro classificazione sismica e l´indicazione dell´anno in cui nelle varie zone hanno recepito la normativa antisismica.

«E´ sufficiente infatti verificare se si abita in zona a rischio elevato e conoscere l´anno di costruzione dell´edificio in cui si abita, per sapere se è consigliabile sottoporre la struttura ad un primo esame circa la sua tenuta in caso di sisma» ha continuato l’assessore. Le tre principali città toscane, Firenze, Prato e Livorno, si trovano tutte in zona classificata 3s, in cui è prevista una progettazione degli edifici con elevati criteri di sicurezza ma ciò è avvenuto solo dopo il 1982. In queste tre città è quindi opportuno tenere sotto controllo le costruzioni realizzate prima di quell´anno. Per quanto riguarda i materiali con cui sono stati costruiti gli edifici, che anche nel terremoto abruzzese hanno fatto molto discutere (sono in corso tra l’altro indagini della magistratura), due sono le tipologie sotto osservazione (edifici in muratura e quelli dove si è impiegato il cemento armato), sulle quali la Regione Toscana fornisce alcuni consigli. Per quanto riguarda gli edifici in muratura sono sei gli elementi critici (se si sono aperte nuove porte, se si è sostituito il tetto con una copertura più pesante, se si è sopraelevato, se la muratura è irregolare e in pietre di fiume, se i solai sono mal collegati alle murature e in caso di copertura che spinge sulle pareti). Per quelli in cemento armato è opportuno verificare l´eventuale stato di degrado del calcestruzzo, ma per un controllo efficace è necessario rivolgersi a tecnici del settore.

La Regione Toscana fa sapere che tutte le indicazioni sono scaricabili collegandosi al sito internet www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/conoscere_r_s/

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