[26/05/2009] Consumo

Pesca al pesce spada: regolamentarla prima che sia troppo tardi

LIVORNO. La pesca al pescespada nel Mediterraneo non è sottoposta a quote né ad una taglia minima unificata, il risultato è che tra il 50 e il 70% delle catture sono esemplari giovani e che il pescespada del mediterraneo è sovrasfruttato. Secondo Oceana, un’organizzazione internazionale che difende il mare, e che ha presentato un dossier sulla pesca al pescespada in occasione delle iniziative per la Giornate europea del mare tenutesi a Roma, occorre mettere in moto metodi di gestione per salvare gli stock di questo pesce, prima che arrivino ad un punto critico e forse di non ritorno come sta accadendo per il tonno rosso.

Oceana spiega che attualmente, migliaia di imbarcazioni catturano pescespada senza nessun tipo di controllo, in assenza di una taglia minima unificata che eviti le catture di esemplari giovani non ancora in fase riproduttiva. Secondo gli scienziati dell’Iccat la situazione potrebbe molto presto trasformarsi in una riduzione drastica della popolazione. Il direttore esecutivo di Oceana Europa , Xavier Pastor, dice che «Non è coerente con l’attuale politica dell’Ue né con gli obiettivi del Congresso Iccat, responsabile di questa specie a livello regionale, che si stia pescando in maniera incontrollata, soprattutto se si considera che lo stock è sovrasfruttato, senza contare le catture illegali e non regolamenta te»

Inoltre, nel Mediterraneo almeno il 20% delle catture di pescespada avviene con strumenti da pesca non regolari, le reti derivanti conosciute come spadare, proibite dall’Onu e dall’Iccat e dal 2002 anche dall’Unione europea. Nonostante questo, sottolinea Oceana, «Le reti derivanti continuano ad essere utilizzate in Europa dalla flotta italiana e da Paesi terzi come Marocco, Algeria e Turchia. In Italia,che ostenta le maggiori catture di pescespada nel Mediterraneo, Oceana ha identificato 92 imbarcazioni che continuano ad utilizzarle per ola cattura del pescespada. Nel 2007, questo Paese dichiarò 1.948 tonnellate catturate solo con questo strumento da pesca, però le catture sono più elevate, visto che nella maggioranza dei casi, trattandosi di pesca illegale, non vengono dichiarate».

Per Xavier Pastor «La pesca illegale, il sovra sfruttamento e l’assenza di metodi di gestione stanno convertendo il Mediterraneo in un deserto. Risulta inconcepibile che ci siano ancora specie di elevato valore commerciale per le quali la pesca non è soggetta ad una gestione minima. Nel caso del pescespada, è urgente mettere in atto misure urgenti per garantire lo sfruttamento sostenibile di questa specie ed eliminare l´uso di reti derivanti in Europa e nel resto degli altri Paesi del Mediterraneo».

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