[26/05/2009] Energia

Atomexpo: la Russia mostra le penne (pubbliche) del pavone nucleare

LIVORNO. Il direttore di Rosatom Sergei Kirienko ha aperto oggi a Mosca l’Atomexpo 2009, il supermarket del nucleare russo. «È noto che la limitatezza delle risorse di idrocarburi a livello mondiale e la crescita del consumo di energia elettrica hanno provocato negli ultimi anni quasi una domanda speculativa di tecnologie per l´energia nucleare – dice Kirienko nel suo messaggio inaugurale - . Questo fenomeno è stato osservato sia nei Paesi tradizionalmente nucleari, sia in altri Stati ed è stato chiamato il "rinascimento nucleare”. Tuttavia, l’emergere della crisi finanziaria mondiale, ha messo in primo piano l’utilizzo economico e condiviso delle risorse. E’ chiaro, ora, che l’implementazione dello sviluppo dell’energia nucleare nazionale è possibile soltanto attraverso una vasta cooperazione internazionale. Date le limitate risorse e la necessità di risolvere i problemi dello sviluppo dell’energia nucleare, le migliori pratiche accumulate attraverso l’implementazione di progetti comuni dovrebbero essere impiegati per migliori realizzazioni alle quali ognuno dovrebbe fare ricorso».

Ad Atomexpo i russi si propongono come garanti del nucleare mondiale, ma non possono nascondere che il nucleare ha bisogno di sostanziosi finanziamenti pubblici: proprio oggi Sergei Sobianin, presidente del consiglio di sorveglianza di Rosatom, ha annunciato che il governo russo sbloccherà circa 4 miliardi e mezzo di dollari per sostenere il settore nucleare, altri due miliardi serviranno a ricapitalizzare Rosatom. La Russia pensa ad una diversificazione del suo mix energetico, con il nucleare che dovrebbe passare dall’attuale 16% al 25%.

«Nonostante la crisi mondiale – ha detto Sobianin – non abbiamo cambiato i nostri piani per la costruzione di 26 blocchi energetici». Tra questi impianti ci saranno probabilmente anche i 4 blocchi energetici che la Russia dovrebbe realizzare in Vietnam in una nuova centrale nucleare. Kirienko conferma: «Siamo rientrati dal Vietnam dove abbiamo discusso della costruzione di 4 blocchi energetici. Si tratta di un progetto che costa 15 miliardi di dollari».

All’Atomexpo il pavone russo mostra tutte le penne nucleari ricresciute dopo l’ormai dimenticata catastrofe di Cernobyl che ormai dà problemi in Paesi diventati indipendenti: la Bielorussia e l’Ucraina e il ministro russo per l’energia, Sergei Chmatko, sottolinea: «Non vogliamo sopravvalutare il ruolo del nucleare nel quadro della crisi economica mondiale. Ci comportiamo molto bene sul mercato internazionale e nella realizzazione di siti», ma ha dovuto ammettere che la crisi «ha causato confusione tra gli investitori».

Che poi tra gli impianti realizzati dai russi ci sia anche quello iraniano e che oggi la Corea del nord continui a guastare la festa nucleare con i suoi esperimenti sotterranei e i suoi lanci di missili che dimostrano che il confine tra nucleare civile e militare è inesistente, sono discorsi che all’Atomexpo di Mosca è meglio non fare
Chmatko invece si affretta a dire che «Le energie rinnovabili non potranno rivaleggiare con il nucleare e , per questo, gli investimenti in questo settore caleranno nel 2009».

Kirienko ha aggiunto che le riserve russe di uranio sarebbero superiori ad un milione di tonnellate e che «Grazie al sostegno governativo, in questi ultimi anni abbiamo fortemente aumentato la produzione di uranio». In realtà le riserve russe di uranio realmente verificate ammontano a 575.000 e Rosatom pensa che ne potrebbe trovare altre 875.000. Kirienko però dice che «Tenuto conto dell’uranio già stoccato esse oltrepassano sostanzialmente un milione di tonnellate. Una quantità sufficiente a coprire i bisogni dei siti russi esistenti e progettati per 60 anni». Cosa succederà fra 60 anni i russi non lo dicono e soprattutto non interessa molto sapere dove e come smaltiranno i nostri nipoti i ferrivecchi nucleari senza più carburante.

Ma l’atomo è un altro dei prodotti energetici vitali per lo Stato-mercato-energetico russo e che la filiera nucleare sia completamente una questione di Stato e di finanziamenti pubblici i russi non lo nascondono nemmeno all’Atomexpo: Kirienko sottolinea l’importanza delle prospezioni geologiche e annuncia che «Il governo ha accordato 15 miliardi di rubli (circa 40 milioni di euro) per avviare nel 2009 la gestione di un importante giacimento di uranio in Iakutia del sud».

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