[25/05/2006] Acqua

Pedini: «Nanismo aziendale e confusione legislativa pesano sull´efficienza dei servizi»

LIVORNO. L´efficienza e l´efficacia dei servizi pubblici è parte integrante e importante della competitività di un´area. Come stanno le cose nella Provincia di Livorno? Lo abbiamo chiesto ad Enrico Pedini, responsabile delle Attività produttive per la Cgil, che ha fatto un quadro generale della situazione.

«Il livello dei servizi in provincia di Livorno è medio-alto – esordisce Pedini - Non possiamo dire che su gas, acqua e rifiuti siamo messi male nella loro offerta finale. Il problema però è l’efficienza complessiva e la capacità di investimento in un’economia che allo stato attuale è tutt’altro che di scala. E qui noi scontiamo un forte ritardo soprattutto della Regione sui processi di accorpamento delle aziende pubbliche locali. Il nostro è un territorio piccolo dove le aziende non riescono a crescere, col rischio che i processi di privatizzazione in qualche misura facciano della Toscana una sorta di terra di conquista. Sarebbe già importante che la Regione facesse una scelta approvando la legge sui servizi pubblici locali, che tarda a uscire fuori, e su questo purtroppo pesano anche le diverse posizioni delle forze politiche».

Quali sono i punti di forza e di debolezza dei servizi pubblici livornesi?
«Le carenze sono tutte da ricercare nei servizi legati alla tariffazione, che purtroppo lasciano un po’ a desiderare, perché non c’è una conoscenza adeguata delle conseguenze sui cittadini, a partire dalle abitazioni private. Mi riferisco a problemi organizzativi che interessano in particolare l’Asa, che nel rapporto coi cittadini non è al meglio: errori, inesattezze, tariffazione non ancora sufficientemente adeguata, ritardi nelle tariffazioni delle utenze delle seconde case, che pagano il canone fisso in proporzione maggiore. Anche se tutto questo vale soprattutto per l’acqua, mentre sul gas siamo messi meglio, perché gli investimenti degli ultimi anni sono stati effettivamente adeguati.

Per quanto riguarda i rifiuti quali sono le criticità maggiori?
«La debolezza più forte è proprio nel ciclo dei rifiuti: quella livornese è l’unica provincia dove insistono 4 aziende, che non decollano come Ato dei rifiuti, non fanno sinergia, e questo sta determinando un livello di tariffazione elevato perché non si riesce a sviluppare un’impiantistica adeguata. Si è costretti a portare tutto fuori, pagando salato.

Cosa dovrebbero fare le istituzioni per migliorare il rapporto costi/benefici?
«Qui c’è un ritardo enorme da parte della Provincia che doveva da tempo rivedere il piano provinciale dei rifiuti. Questo ha determinato una perdita di tempo e la non predisposizione del piano industriale, così sull’impiantistica c’è buio profondo.
Il processo di costituzione dell’Ato livornese ha poi lasciato molto a desiderare: l’attuale rapporto di "convenzione" non facilita sinergie fra le aziende, mentre invece sarebbe stato molto meglio creare un consorzio come hanno fatto in tutti gli altri ATO della Toscana. Infine le sue colpe le ha anche la legislazione nazionale, che ha oscillato tra liberalizzazioni, privatizzazioni, riappropriazioni da parte dei comuni, e infine ora sono arrivati anche questi 13 decreti applicativi del testo Unico che andranno comunque rivisti».

Il sindacato pur nella pratica della sua missione, per difendere livelli occupazionali sempre e comunque, non rischia di coprire sacche di inefficienza contribuendo in questo modo a peggiorare la competitività dei servizi e quindi quella del sistema tutto?
«No, su questo io posso dire con nettezza, che noi abbiamo sempre, e soprattutto per quanto riguarda i rifiuti, misurato con attenzione le forze lavoro necessarie. In provincia di Livorno non ci sono assolutamente dotazioni organiche che non siano corrispondenti alle necessità. Anzi ci sono casi di utilizzo di lavoratori interinali per sopperire a carenze stagionali. Per quanto riguarda invece l’Asa, noi abbiamo più volte denunciato la precedente gestione, che sul versante occupazionale non ha calibrato le assunzioni, sbilanciandole più sul versante commerciale e amministrativo e sottovalutando la manutenzione della rete. Noi siamo impegnati a risolvere questi problemi con l’attuale gestione, cercando di far riacquisire all’Asa servizi che aveva esternalizzato, come quello della lettura dei contatori.
Dobbiamo dire che in passato abbiamo contrastato politiche che ha volte non avevano niente a che vedere con gli interessi delle aziende, casomai la politica ha ecceduto nella creazioni di società appesantendo l’azienda stessa: e in questi casi è evidente che quando la controparte si mette sul terreno delle assunzioni per noi è un problema sostenere l´opposto. Ora comunque questa fase è stata superata e con l’attuale gestione, ad oggi, non abbiamo avuto alcun problema».

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