[22/05/2009] Urbanistica

Ancora un giorno di ordinaria tramvia: tornano i 110 milioni per Firenze

FIRENZE. Più che il buonsenso potè la Lega. Con l’approvazione dell’emendamento 14/900, votato in Senato, la maggioranza ha rinunciato alla parte del decreto-Abruzzo in cui stornava fondi già impegnati per progetti di mobilità pubblica verso il fondo per la ricostruzione nelle zone terremotate. Tra le opere pubbliche a rischio, oltre alla tramvia fiorentina (che rischiava di vedersi sottrarre 110 milioni già concessi dalla Cassa depositi e prestiti e destinati alla realizzazione della linea 2 e del primo lotto della linea 3), la linea tramviaria della Valbisagno (Genova, 75 milioni di finanziamenti statali) e il filobus di Verona (125 milioni).

In condizioni normali verrebbe da pensare alla rettifica di una normale svista. Ma parlare di “condizioni normali” appare fuori luogo, in questa vicenda surreale. Pensiamo ad esempio a quanto ieri il ministro dei Beni culturali, Bondi, aveva dichiarato in un comunicato: «il Ministero rende noto che la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici (..) ha da tempo sospeso la progettazione esecutiva nel capoluogo toscano della linea tramviaria seconda», cioè della linea Peretola-piazza Libertà che dovrebbe passare accanto al Duomo.

Mentre la notizia del dirottamento dei 110 milioni poteva, come greenreport aveva ipotizzato, essere considerata come parte di una mossa azzardata, ma comunque non necessariamente diretta contro Firenze, la presa di posizione di ieri del ministro aveva tolto ogni dubbio, e scoperchiato le carte: il Governo di centrodestra, a 17 giorni dalle comunali fiorentine, cercava esplicitamente di danneggiare politicamente il centrosinistra del capoluogo, boicottando all’ultimo tuffo (e per l’ennesima volta) il progetto-simbolo di questa amministrazione, e cioè la tramvia.

Obiettivo era diffondere un messaggio di inaffidabilità della classe dirigente locale, e leggendo il comunicato questo diventa ancora più evidente: quel «la Soprintendenza ha da tempo sospeso i lavori» (cosa peraltro, almeno secondo Comune e società Tram Firenze, non vera, poiché le obiezioni della soprintendenza su saggi archeologici, passi carrabili e viabilità d’emergenza sono previste essere recepite nei progetti definitivi) in realtà va inteso, a livello meta-comunicativo, come «questi poveri imbecilli nemmeno lo sapevano, ma la tramvia è già morta e sepolta: quanto sono inaffidabili, almeno l’avessero saputo, cosa avveniva nella loro città».

E non si trattava – attenzione – di una dichiarazione di un qualunque esponente politico, ma di un comunicato ufficiale del ministero.

E’ una vicenda surreale, come detto. Una vicenda che ha superato ampiamente, e non da oggi, i confini del ridicolo, e che soprattutto ha evidenziato enormi carenze nei meccanismi di garanzia insiti nella gerarchia (Stato-regioni-enti locali) della progettazione territoriale e della mobilità. La tramvia è stata un’opera che ha ricevuto molte contestazioni, alcune sensate, la maggioranza decisamente pretestuose, finalizzate ad obiettivi politici ben superiori alla singola vicenda-tramvia.

E, va aggiunto, la gestione dei lavori per l’opera non è stata certo esemplare, ma più di tutto ha contato il fatto che essa è stata usata come cavallo di Troia dal centrodestra per provare a dare l’assalto a palazzo Vecchio, rompendo la storica egemonia del centrosinistra nel capoluogo Toscano. Egemonia peraltro ancora abbastanza solida, a giudicare dal sondaggio pubblicato da Sky che vede il candidato del Pd, Renzi, al 42%, il suo principale oppositore (Galli, Pdl) al 32%, e gli altri a seguire, tutti sotto il 10%.

E, quindi, solo la necessità del Governo di tenere buona la Lega ha potuto, per ora, fermare questa serie di ordinarie follie: a Firenze, come avevamo già visto, gli oppositori non avevano trovato niente di meglio da fare che inneggiare al “tanto peggio, tanto meglio”, e l’incapacità del centrosinistra di stringere le maglie della difesa sulla tramvia aveva fatto temere il peggio.

Ora i soldi sono tornati, domani chissà: nel caso, dovremo sperare ancora nelle divisioni interne della maggioranza nazionale per far sì che un’opera che, per la prima volta, punta ad un modello di mobilità urbana sostenibile per Firenze, sia difesa adeguatamente? O possiamo sperare che questa ennesima puntata della fiction-tramvia avrà perlomeno l’effetto di svegliare la locale classe dirigente di centro-sinistra, e di portare ad un recupero di compattezza sulla materia?

Torna all'archivio