[22/05/2009] Aria

La Cina supera gli Usa (negli annunci) sulla lotta ai cambiamenti climatici

LIVORNO. La Cina scopre le carte e avanza le sue proposte per la conferenza delle Nazioni Unite sul riscaldamento climatico che avrà luogo a Copenhagen in dicembre prossimo, dove si decideranno le politiche del dopo Kyoto.
L’annuncio fatto ieri alla Commissione di Stato per lo sviluppo e le riforme (il ministero che decide la programmazione economica del paese) è un forte richiamo alle nazioni sviluppate per un impegno a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra, che secondo il portavoce del ministero cinese degli affari esteri, Ma Zhaoxu, dovrebbe essere del 40% (rispetto al 1990) di qui 2020.

Una quota molto più vicina all’impegno unilaterale europeo del 20% che diventerà il 30% se le altre nazioni industrializzate aderiranno al patto, che non a quello assunto solo recentemente dagli Usa, grazie alle politiche radicalmente opposte alla passata amministrazione, del presidente Barack Obama, di ridurre le proprie emissioni di C02 del 17% rispetto ai livelli del 2005.

Di tagli interni la Cina non parla, ma richiama anzi la parte di mondo industrializzata a fare la propria parte anche sostenendo con finanziamenti e il trasferimento di tecnologie, gli sforzi di riduzione dei gas climalteranti nei paesi in via di sviluppo e in quelli più poveri del pianeta.

E’ comunque un passo importante quello della Cina, che ha già praticamente scritto la propria posizione sulla conferenza di Copenhagen in un documento (consultabile nel sito ufficiale della Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma www.sdpc.gov.cn) che descrive l’itinerario da Bali a Copenhagen, gli strumenti proposti e la volontà del paese di assicurarsi che la conferenza di Copenhagen abbia un risultato positivo.

«Il documento precisa che l´obiettivo della conferenza è di mettere in applicazione in modo completo, efficace e continuo la convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ed il protocollo di Kyoto - ha dichiarato Ma Zhaoxu.

Il documento sottolinea che la conferenza di Copenhagen deve aderire ai principi di responsabilità comuni, tenendo conto però delle differenze di contributo alle emissione dei diversi paesi, ed adottare misure per attenuare i cambiamenti climatici e per l’adattamento, fornendo tecnologie ed un aiuto finanziario ai paesi che ne hanno bisogno.

«La Cina seguirà, come sempre, il cammino dello sviluppo sostenibile e cercherà di lottare contro il riscaldamento climatico» ha concluso Ma Zhaoxu.

Da parte sua la Cina sosterrà gli sforzi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra sia implementando le energie rinnovabili per ridurre le emissioni di Co2 (la società che gestisce la rete elettrica del paese ha annunciato che aumenterà la produzione da fonti rinnovabili dal 20 al 35%) sia attraverso una maggiore efficienza nei consumi di energia. A partire da quelli dei cittadini.

Per questo la Cina ha avviato un progetto per i prossimi tre anni in cui sovvenzionerà gli acquisti di apparecchi domestici a basso consumo d´energia che potrà portare a ridurre di 75 milioni di tonnellate all´anno le emissioni di anidride carbonica, secondo quanto ha dichiarato la Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma.

Il progetto, che sarà finanziato dalla commissione ed il ministero delle finanze, prevede incentivi per i consumatori che andranno da 300 a 850 yuans (125 dollari) a seconda dei consumi energetici, per l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo: più gli apparecchi sono efficienti dal punto di vista energetico, maggiori sono le sovvenzioni sono elevate. Il progetto, oltre a ridurre i consumi energetici per valori stimati di 75 miliardi di kWh avrebbe anche l’effetto di rilanciare la domanda di consumo interno, stimata in questo caso tra i 400 e i 500 miliardi di yuans.

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