[22/05/2009] Rifiuti

L’Unep completa le indagini sul disastro ambientale della guerra nella Striscia di Gaza

LIVORNO. Ieri un team di esperti della United Nations Environment Programme (Unep) ha lasciato la Striscia di Gaza dopo aver concluso un’indagine sul campo sulle conseguenze ambientali dell’ultimo attacco militare israeliano avvenuto tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009. L’indagine dell’Unep, condotta su richiesta dei Paesi membri dell’agenzia dell’Onu, aveva anche il compito di indicare misure concrete per il risanamento ambientale post-conflitto.

La valutazione è stata effettuata da un team multidisciplinare di 8 esperti dell’Unep tra il 9 e il 21 maggio che si è occupato in particolare di rifiuti e acque reflue, ambiente costiero e marino, gestione dei rifiuti pericolosi, compreso l´amianto. La squadra dell’Unep ha ispezionato 32 siti per valutare l´impatto ambientale dei bombardamenti israeliani ed ha raccolto campioni per analisi di laboratorio e dati per una valutazione economica dei costi di ripristino e di riparazione del danno ambientale a Gaza.

I siti esaminati comprendono zone residenziali, scuole, aree industriali, impianti di depurazione, discariche e aree costiere, dove è stato eseguito un prelievo dettagliato di campioni di acqua e sedimenti, bio-indicatori, amianto ed acque reflue. Il materiale raccolto verrà inviato ad un laboratorio internazionale indipendente e sarà analizzato nelle prossime settimane.

I risultati delle valutazioni e le raccomandazioni per la ricostruzione verranno pubblicati entro l’estate nel rapporto Post-Conflict Environmental Assessment dell’Unep. Il comunicato Unep non lo dice per ragioni diplomatiche e per non urtare la suscettibilità israeliana, ma uno dei problemi è il fosforo bianco che gli osservatori indipendenti assicurano sarebbe stato lanciato sulle case della Striscia di Gaza, l’altro (che si può dire…) è la grande quantità di macerie contenenti amianto e rifiuti pericolosi prodotte dalle bombe, dai carri armati e dalle demolizioni eseguiti dai militari israeliani e la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee.

La Early recovery mission inviata dall’Onu a Gaza alla fine del conflitto aveva già prodotto il rapporto “Gaza Early Recovery Rapid Needs Assessment” che sosteneva la necessità di un Piano nazionale palestinese per il recupero di Gaza preparato insieme dalle Agenzie dell’Onu e dai ministeri palestinesi interessati, con il supporto tecnico e finanziario di Onu, Banca mondiale, Commissione europea, una procedura accettata al vertice “dei donatori” che si è tenuto il 2 marzo a Sharm El-Sheikh.

Quella dell’Unep è una missione di recupero precoce per individuare le diverse aree che necessitano di indagini supplementari e più ampie, dove gli esperti inviati hanno potuto verificare che «Il recente conflitto ha creato grandi quantità di rifiuti di demolizione, che spesso sono contaminati con materiali pericolosi come l´amianto. Anche prima di questo più recente conflitto, Gaza non aveva un adeguato sistema di separazione e smaltimento dei rifiuti. Di conseguenza, la creazione di grandi quantità di rifiuti solidi, in un breve periodo di tempo, ha sovraccaricato le già insufficienti infrastrutture. La Striscia di Gaza mancava di un adeguato sistema fognario prima del più recente conflitto e i danni alle infrastrutture della rete fognaria esistente hanno ulteriormente aggravato la già grave situazione di salute pubblica. Sarà necessaria una dettagliata analisi dell’impatto sulle acque sotterranee. Piccoli imprese, come fabbriche, cementifici e garage sono state colpite durante il conflitto. Ciò ha creato numerosi siti potenzialmente contaminati in ambiente urbano».

La presenza della missione Unep a Gaza è stata anche l’occasione per organizzare due seminari di formazione: uno sul trattamento dell’amianto e altre sostanze pericolose nelle gestione delle macerie, l’altro sulla salute e la sicurezza nelle operazioni di demolizione e smaltimento di edifici danneggiati, ai quali hanno partecipato ingegneri e operatori edili palestinesi, rappresentanti degli enti locali della Striscia di Gaza, le agenzie dell’Onu ed organizzazioni non governative.

Torna all'archivio