[21/05/2009] Comunicati

La Cina in guerra contro i bruchi dello Xinjiang. Una vittoria di Pirro al pesticida?

LIVORNO. Alla fine di aprile nella regione autonoma dello Xinjiang Uygur, in Cina, è cominciata l’invasione in circa 8 000 ettari di pascoli nell’area di Usu da parte di un’orda inarrestabile di bruchi di una specie non ancora identificata. Le autorità locali e nazionali hanno provato a far fronte agli insetti, poi hanno fatto un cordone sanitario intorno all’area e dopo sono intervenuti con i metodi forti: massicce dosi di pesticidi sparsi in un ambiente montano delicatissimo. Ieri, facendo buon viso a cattivo gioco, hanno annunciano che l’area è di nuovo utilizzabile… ma «Il pascolo sarà riaperto in autunno - ha detto Zhang Xishan, un funzionario incaricato della gestione delle praterie – I pesticidi residui non ci metteranno che una settimana a decomporsi e non porranno alcun rischio per il bestiame in autunno».

Insomma, una specie di ritirata strategica contro un’invasione di bruchi sulla quale gli entomologi cinesi si stanno scervellando e non riescono a capire a quale specie appartengano gli invasori, ma che ha costretto all’evacuazione dalla prateria di 20.000 capi di bestiame e 50 famiglie di allevatori. I bruchi “spinosi” lunghi 2 centimetri, verdi con strisce nere, avevano raggiunto una densità impressionante: 3.000 ogni metro quadro, divorando l’erba della prateria come se fossero un gigantesco tagliaerbe e lasciandosi dietro solo terreno nudo.

Nello Xinjiang solitamente si usano polli, anatre e altri uccelli per combattere le invasioni di locuste che minacciano i pascoli, ma stavolta i volatili non hanno dimostrato alcun interesse per i bruchi. Dopo che ogni metodo diverso si era rivelato inefficace, l’8 maggio le autorità dello Xinjiang avevano inviato nella zona veicoli incaricati di irrorare le praterie di pesticidi per annichilire i bruchi che apparterrebbero ad una specie non meglio identificata di farfalla notturna. Secondo le autorità locali, l’apparizione dell’orda famelica dei misteriosi bruchi sarebbe da attribuire ad un inverno molto caldo per quest’area montana a 280 chilometri dalla capitale regionale Urumqi, seguito da una primavera molto piovosa.

Comunque la battagli tra bruchi e cinesi è durata una settimana di fila ed i bruchi si sono divorati completamente 4.670 ettari di prateria ed hanno gravemente danneggiato tutto il resto, fermati solo da 5 tonnellate di pesticidi, cifre che rendono difficile credere a Zhang quando afferma che «Il pesticida non danneggerà la qualità del suolo e la prateria».

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