[21/05/2009] Aria

Una normale ondata di calore o un assalto del Gw?

FIRENZE. 33 gradi previsti oggi a Bologna, 31 a Firenze, Milano, Perugia, Roma e Trento. Il perdurare della prima vera ondata di calore del 2009 comincia a destare preoccupazione sui media generalisti: il timore è un remake dell’estate 2003, paura rinfrancata dalle previsioni che il 30 aprile l’ufficio meteo britannico (l’autorevole Met-office) ha pubblicato relativamente alla prossima stagione estiva, parlando di «probabile estate barbecue» per l’Europa centrosettentrionale, prospettiva che comporterebbe una stagione afosa e rovente anche per la regione mediterranea.

In realtà, finora, quanto sta avvenendo in Italia non riveste carattere di eccezionalità: l’arrivo delle prime folate di aria calda da sud, e quindi l’impennata delle temperature fino ai 30-32 gradi, è fenomeno normale nella tarda primavera. Va ricordato, anzi, che negli anni scorsi (se escludiamo parzialmente il 2008) le prime ondate di calore durature raggiungevano l’Italia fin da marzo, e l’allarme che in questi giorni si sta diffondendo sui media e nella popolazione è da addebitarsi solamente al fatto che l’inverno e la primavera passati sono stati relativamente freddi e soprattutto molto piovosi. Ciò che affatica il nostro organismo, e che preoccupa la nostra mente, è quindi la forte differenza con quanto avveniva fino a pochi giorni fa, non l’arrivo, appunto, di temperature e configurazioni meteo eccezionali per il periodo.

Bando agli allarmismi, quindi (per ora). Ma cosa sta avvenendo? Come si vede nell’immagine, dove sono rappresentati con colori diversi i cosiddetti “geopotenziali” (in poche parole, degli indicatori di pressione atmosferica), l’Italia è avvolta da una massa d’aria di provenienza sahariana (colore arancio-rosso), che “spinge” verso nord l’aria più fresca e instabile visibile più a nord (colori giallo-verde). L’aria proveniente dal Sahara altro non è che una sezione della fascia di alte pressioni sub-tropicali costantemente presenti nei due emisferi, e che separano la regione equatoriale dalle zone temperate. Quando la fascia di alte pressioni si espande, ecco che le zone di alta pressione tendono a spostarsi sulle zone temperate, e questo fenomeno è quello che tipicamente comporta l’arrivo dell’estate (o comunque di fasi di temperature calde e alta pressione) sul Belpaese.

C’è però una differenza sostanziale con quanto avveniva fino a pochi anni fa, una differenza ben spiegata oggi da Giampiero Maracchi sulle pagine di “Repubblica” e che spiega l’evoluzione che sta subendo il clima del Mediterraneo. Mentre fino a dieci-quindici anni fa l’espansione delle alte pressioni coinvolgeva tipicamente l’Italia tramite l’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre, oggi ad esso si sta sostituendo sempre più spesso l’anticiclone Africano (o Libico), ben più caldo e afoso perchè di provenienza desertica, e non oceanica come l’Azzorriano. Entrambi sono parte della stessa fascia sub-tropicale, ma la loro zona di formazione e di persistenza è molto diversa, e quindi diversi sono gli effetti delle loro escursioni sul Mediterraneo.

Ecco che alle estati italiane di qualche stagione fa, estati talvolta torride ma comunque sopportabili, ventilate e con incursioni perturbate relativamente frequenti, si stanno sostituendo estati “africane”, più calde e più afose, in particolare nelle ore notturne, quando invece l’organismo necessita di refrigerio e riposo.

Il problema principale consiste nel fatto che, anche se la singola ondata di calore non riveste valore statistico e può essere legata a fattori contingenti, il trend degli ultimi decenni è indubitabilmente verso un aumento delle ondate di calore sul Mediterraneo: ciò è causato dal fatto che il surriscaldamento globale ha, tra i suoi effetti principali, quello di aumentare i movimenti di aria “meridiani” (cioè quelli nord-sud) a scapito di quelli “zonali”, cioè quelli est-ovest che sono più frequenti perchè causati principalmente dalla rotazione terrestre. Questo causa, a sua volta, un aumento sia delle discese di aria fredda da nord in inverno (molto frequenti nella stagione appena conclusa) sia delle risalite di aria calda da sud.

E questo agisce direttamente sui nostri anticicloni: l’Azzorriano tende a compiere movimenti zonali, mentre l’Africano si muove tipicamente sulla direttrice nord-sud.

Questo è ciò che sta avvenendo, e che sembra previsto avvenire almeno fino al 26-27 maggio. Fattore di preoccupazione è la forte inerzia di questa configurazione meteo, cioè il suo marcato carattere di stabilità: essendo, in meteorologia, attualmente considerate “attendibili” le previsioni non oltre i 5-6 giorni, ancora non è certo che l’ondata di calore si vada ad esaurire. Durante la terribile estate 2003 era tipico ascoltare meteorologi che, in perfetta buona fede, annunciavano il venturo esaurimento dell’ondata di calore, annuncio che poi veniva puntualmente smentito dai fatti.

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