[19/05/2009] Parchi

Woc: più aree marine protette per salvare mare e combattere climate change

LIVORNO. La World ocean conference (Woc) si è chiusa in Indonesia con l’adozione delle Manado recommendations che sottolineano l’importanza delle Aree marine protette (Amp) per comprendere e contrastare gli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità. Secondo i rappresentanti dei 76 Paesi riuniti a Monado una rete di Amp non può fermare il cambiamento climatico, ma può aiutare notevolmente ad adeguarvisi. Inoltre una rete di Amp può aiutare a mantenere i servizi eco sistemici della biodiversità e degli oceani e contribuire all’assorbimento di CO2, anche in acque profonde.

Se gestito in modo efficace un network planetario di Amp risponderebbe meglio ai cambiamenti climatici e ad altri stress ambientali. Pertanto, la gestione efficace delle Amp deve essere rafforzata – si legge nella dichiarazione - La risposta al cambiamento climatico da parte delle reti di Amp è maggiore se sono ridotti gli altri stress e i loro impatti cumulativi. Nel contesto delle strategie per la creazione di reti di Amp, la priorità dovrebbe essere data alle aree marine vulnerabili. Infine, il ruolo delle reti di Amp è quello di garantire la connettività biologica ed ecologica e migliorare la resilienza degli ecosistemi marini, ai cambiamenti climatici»

Per far questo occorre implementare le modalità di gestione per migliorare l´efficacia di sistemi di governo delle Amp che comprendano l´accesso e la condivisione da parte delle comunità locali dei benefici, attraverso un coordinamento intersettoriale che assicuri informazione, formazione, comunicazione e trasparenza in maniera continua. Secondo la raccomandazione di Manado «Ci sono vari esempi di reti di Amp resilienti a livello nazionale e regionale. Esistono opportunità come il cambiamento climatico per aiutare i politici a creare quella volontà politica nazionale necessaria per realizzare network di Amp che siano parte integrante della loro strategia di salvaguardia, incluse le strateghe di adattamento».

Attualmente però esistono grossi “buchi” nell’attuale distribuzione delle reti di Amp e queste interessano soprattutto le zone costiere, mentre se si vuole davvero contribuire a salvare gli oceani e a lottare contro il riscaldamento climatico, le Amp dovrebbero avere una diffusione più ampia e rappresentativa di tutti gli habitat.

Le Amp possono contribuire alla lotta al global warming solo se saranno zonizzate sulla base di approcci flessibili e con una gestione “adattativa” per garantire un migliore adattamento ai cambiamenti climatici. Ma non possono svolgere al meglio il loro ruolo se nel mare e sulle coste contigue non verranno attuate azioni di adattamento al cambiamento climatico e iniziative che vadano verso lo sviluppo sostenibile.
Queste reti, infatti, possono essere realizzate anche come parte di strategie di salvaguardia adatte a combattere la povertà attraverso la sostenibilità ambientale, anche in relazione al cambiamento climatico.

Un approccio pragmatico alla creazione di reti di Amp «basato sulla necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici può richiedere un aumento dell´attuale obiettivo del 10%» di mare protetto. I rilevanti processi esistenti per lo sviluppo dei criteri per l’identificazione e selezione di Amp e di network rappresentativi dovrebbero essere presi in considerazione. Le Nazioni possono contare su convenzioni marittime regionali e su altri rilevanti strumenti regionali per realizzare reti di Amp, incluse quelle in mare aperto e profondo. In futuro le Amp dovranno comprendere sistemi oceanici aperti e profondi come i Seamounts, e Amp pilota dovrebbero essere attuate fin d´ora».

L’Iucn naturalmente esulta per il forte avallo che la Woc ha dato a Manado alla creazione di una rete di aree marine protette negli oceani del mondo proprio alla viglia dell’International Marine Conservation Congress e dell’International Marine Protected Area Congress che si aprono oggi a Washington.

«Questi sono tempi eccitanti per le aree marine protette, perché i decision makers a tutti i livelli e in tutto il mondo si stanno rendendo conto che l’oceano sarà di vitale importanza per invertire il degrado di fronte alle crescenti pressioni di cambiamenti climatici, acidificazione degli oceani e l’intensificazione degli utilizzi umani – dice Kristina Gjerde, High seas policy Advisor dell’Iucn - Per fare davvero la differenza, questa volontà politica deve essere accompagnata da una corretta applicazione degli investimenti».

Per l’Iucn la dichiarazione finale di Manado, «può fornire un importante impulso agli sforzi nelle zone costiere, nonché nel più remoto mare aperto e profondo». Dan Laffoley, a capo del settore mare della World commission on protected areas dell’Iucn, spiega che «Le zone marine protette restano uno dei nostri migliori strumenti per la salvaguardia della vita degli oceani. La Conferenza di Manado non ha riaffermato solo questo, ma ha ribadito e confermato ciò che molte persone già pensano, e cioè che di fronte del cambiamento climatico le Amp sono una delle soluzioni non solo più auspicabili, ma indispensabili».

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