[18/05/2009] Comunicati

Crescita economica e urbanizzazione vanno in tandem

LIVORNO. Secondo il “Green Data Book 2009" della Banca mondiale, la crescita economica e l´urbanizzazione si muovono in tandem. Visto che la maggior parte delle attività economiche è concentrata nelle città, le aree urbane svolgono un ruolo centrale nel cambiamento climatico. «Il benessere e le scelte di stile di vita determinano le emissioni di gas serra – si legge nel libretto che mette in fila i dati di 200 Paesi del mondo - e i Paesi sviluppati, storicamente, hanno avuto maggiori emissioni di gas serra dei Paesi in via di sviluppo. L’urbanizzazione del mondo è veloce: il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città nel 2050. Con lo scenario “business-as-usual” le emissioni di gas serra aumenteranno in maniera significativa».

Le città consumano la maggior parte dell’energia prodotta nel pianeta e soddisfano la loro fame con il 72% di energia prodotta con carbone, petrolio e gas, le fonti principali delle emissioni climalteranti. E’ anche vero che proprio le città sono i luoghi dove si utilizzano circa il 70% delle energie rinnovabili, ma queste rappresentano ancora «solo una piccola quota del totale di energia consumata».

Per questo secondo la Banca mondiale i governi nazionali e le città devono fare scelte precise per ottenere un mix energetico ed avviare politiche pubbliche che possono svolgere un ruolo importante nel miglioramento dell´efficienza energetica e per ridurre la CO2.

Intanto alcune città, quelle costiere, corrono un rischio che potrebbe rivelarsi molto prossimo: l’innalzamento del livello del mare. Secondo il “Green Data Book 2009" «Le città sono vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. Circa 360 milioni di abitanti vivono e in città in zone costiere poco elevate, esposte a all’innalzamento del mare ed alle mareggiate. L’Intergovernmental Panel on Climate Change stima che il livello medio sia aumentato di 0,17 metri nel XX secolo e prevede un aumento di un metro per i prossimi 100 anni collegato al cambiamento climatico».

Problemi giganteschi che riguardano il futuro di un’umanità sempre più concentrata in città e megalopoli e che avranno bisogno di soluzioni che si annunciano altrettanto colossali. Eppure le città, nonostante tutto, sono i posti dove gli esseri umani hanno a disposizione un accesso più rapido e migliore a risorse idriche, servizi igienico-sanitari,gestione dei rifiuti solidi. Grazie alla loro “densità” i centri urbani possono offrire questo ad un costo-efficienza migliore di quello delle aree rurali. Occorrono però ingenti investimenti infrastrutturali mirati per far fronte ad un’ingovernabilità crescente delle metropoli, soprattutto in America Latina e Caraibi ed Asia dove il tasso di urbanizzazione è più alto.

Secondo il rapporto della Banca mondiale gli esempi positivi non mancano e le politiche per la riduzione dei gas serra possono avere un impatto molto positivo. «Durante gli ultimi 40 anni la Germania e la Svezia hanno adottato politiche che hanno drasticamente diminuito le emissioni pro-capite di anidride carbonica. Mentre Cina ed India si urbanizzano ed assorbono una quota crescente della produzione globale, le loro emissioni di CO2 aumentano. Sebbene i loro livelli di emissioni pro-capite di CO2 siano minori di quelle dei Paesi sviluppati, in futuro la Cina e l’India dovranno trarre beneficio dall’esperienza di Paesi come la Germania e la Svezia».

Le città per risparmiare energia devono essere “compatte” . La forma (e quindi la pianificazione) urbana è determinante per la sostenibilità urbana, per l’utilizzo del territorio e dell’energia e per il costo delle infrastrutture e dei servizi pubblici. «Città dense utilizzano meno energia per i trasporti, il che riduce le emissioni connesse, sono in grado di fornire l´accesso ai servizi a costi più bassi e di attuare misure di maggiore efficienza energetica». .

La scelta dei mezzi di trasporto incide fortemente sul consumo di energia. I Paesi che favoriscono il trasporto privato consumano più energia per chilometro/passeggero rispetto a quelli che privilegiano il trasporto pubblico e non motorizzato. In città più dense le persone tendono ad usare di più i mezzi di trasporto pubblici e a spostarsi a piedi o in bici, riducendo il consumo di energia pro-capite per gli spostamenti. «Il consumo energetico pro capite negli Stati Uniti e in Europa occidentale – spiega il rapporto – può essere spiegato con i redditi più alti e con le sovvenzioni per i carburanti».

Comunque, anche se i problemi non mancano, secondo la Banca mondiale il PM10 è in calo ovunque: «La qualità dell´aria, è notevolmente aumentata in tutte le regioni tra il 1990 e il 2005, con i picchi più pronunciati nei Paesi sviluppati. Questo può essere il risultato di molteplici fattori, quali le politiche per migliorare standard di qualità dell´aria nelle aree urbane (attraverso incentivi per passare da gasolio al gas naturale), il miglioramento della qualità del carburante e dei veicoli, e una maggiore consapevolezza degli effetti dell´inquinamento atmosferico sulla salute pubblica».

Presentando il Little Green Data Book 2009, la vicepresidente per lo sviluppo sostenibile della Banca mondiale, Katherine Sierra, ha detto: «i governi nazionali e le città di tutto il mondo devono affrontare grandi sfide e opportunità, soppesando bene le scelte per quanto riguarda il loro futuro mix energetico . Non vi è dubbio che le politiche pubbliche possono migliorare l´efficienza energetica e ridurre le emissioni di biossido di carbonio. E queste decisioni saranno di vitale importanza, non solo per le città ed i paesi interessati, ma in generale per il benessere futuro del nostro mondo».

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