[15/05/2009] Parchi

Arezzo: particolare campagna della provincia a tutela dei piccoli di animali selvatici

AREZZO. Invita all’inazione la provincia di Arezzo nella campagna di tutela degli animali selvatici svolta in collaborazione con l´Ordine dei medici veterinari, i tre Atc (ambiti territoriali di caccia) del territorio e le associazioni venatorie. Si tratta di una particolare sensibilizzazione rivolta ai cittadini, per lasciar fare alla natura il suo corso quando viene trovato nel bosco un esemplare di fauna selvatica apparentemente in difficoltà. Può capitare, specialmente in questo periodo andando per boschi, di imbattersi in un piccolo di capriolo, cervo, lepre, che ai nostri occhi pare bisognoso di aiuto: quindi è facile intervenire toccandolo o addirittura sottraendolo al suo ambiente naturale e quindi commettendo un grave errore.

«Chi raccoglie un piccolo appartenente a queste specie nella convinzione di salvarlo, in realtà, lo costringe ad un’esistenza in cattività o ne causa spesso la morte - spiegano dalla provincia - . Infatti, una volta sottratti dal loro ambiente naturale, questi giovani animali rischiano di soccombere a causa del forte stress alimentare e comportamentale a cui sono sottoposti, e comunque, anche se raggiungeranno l’età adulta, difficilmente saranno in grado di vivere autonomamente, in quanto non hanno acquisito dai propri genitori quelle tecniche necessarie per procurarsi il cibo e difendersi dai predatori».

Quindi il naturale istinto di protezione “operativa” che viene quando si vedono piccoli indifesi e apparentemente abbandonati deve essere frenato. Ad esempio per quanto riguarda il capriolo spiegano dalla provincia- è necessario sapere che nelle prime settimane di vita il piccolo passa poco tempo con la madre, la quale si avvicina solo per allattarlo e si allontana al primo segnale di pericolo e non tornerà da lui fino a quando non si sentirà sicura; il piccolo capriolo è protetto esclusivamente dalla sua totale mancanza di odore e dal suo mimetismo conferitogli dai colori del mantello e dall’assoluta immobilità che gli serve per sfuggire alla predazione. Il solo contatto con le mani dell’uomo e con il suo odore, lo possono privare di questo meccanismo di difesa e metterlo ancor più in pericolo. Questi animali selvatici specialmente da adulti hanno esigenze comportamentali ed ecologiche che non si addicono alla vita in piccoli spazi, (giardini o piccoli recinti) a cui magari si pensa di destinarli. Dall’amministrazione provinciale ricordano che la sottrazione di questi piccoli alle loro madri, oltre che interferire con il delicato equilibrio della natura, viola una precisa norma di legge che proibisce e sanziona la detenzione e la sottrazione di soggetti appartenenti alla fauna selvatica. Se qualcuno a conoscenza di questi disposizioni incrocia un piccolo di animale selvatico e ritiene che sia davvero in difficoltà, può segnalare la presenza alla polizia provinciale, sentendosi anche sollevato con la coscienza.

Torna all'archivio