[11/05/2009] Acqua

Cinque milioni di euro al risanamento del Padule di Fucecchio: ma quanti dubbi

PISTOIA. Dopo una discussione durata anni, in realtà non ancora terminata, sulla necessità di risanamento e di tutela del padule di Fucecchio e soprattutto su come realizzarla, ora si stanno muovendo i primi passi operativi. La Giunta provinciale ha deliberato investimenti per 5 milioni di euro, risorse finanziarie trasferite dalla Regione Toscana, collegate all’accordo di programma sulla depurazione in Valdinievole che serviranno a realizzare interventi diffusi sul territorio palustre sia dell’area pistoiese che fiorentina.

Nello specifico gli interventi previsti riguardano: la realizzazione di sottobacini con sistemazione delle arginature; riescavo dei canali; sistemazione e realizzazione di nuovi fossi; opere di rifacimento di opere idrauliche; ristrutturazione di antichi porti; creazione di cateratte e sfioratoi; la realizzazione di traverse sul canale del Capannone, sul fosso del Canaletto e sul canale del Terzo per favorire l’apporto di acqua dagli affluenti il padule all’interno del cratere; la realizzazione di due invasi nell’area del Coccio destinati a bacino di accumulo e fitodepurazione delle acque provenienti dal depuratore previsto in Ponte Buggianese, la cui localizzazione, prevista dal consiglio comunale, dovrà essere sottoposta a valutazione ambientale; opere di adduzione dell’acqua nell’ area la Monaca Righetti; la realizzazione dell’ invaso Lago Chiti in zona le Colmate per una superficie totale di 130.000 m/quadri adibito a risorsa aggiuntiva per il rischio siccità estiva.

Tutte le opere saranno realizzate secondo i dettami dell’ingegneria naturalistica - informano dalla provincia - e saranno fortemente finalizzate al risanamento ambientale e alla conservazione delle caratteristiche di ecosistema naturale per l’area umida del Padule di Fucecchio, di particolare importanza nell’ambito delle problematiche relative alla conservazione della biodiversità. La progettazione, già assegnata dalla provincia al Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, sarà sottoposta al processo di valutazione ambientale da parte della stessa provincia e della Regione Toscana.

Al di là del nodo depuratore che ancora deve essere sciolto, infrastruttura che tra l’altro è stata oggetto negli ultimi mesi di forte battaglia politica, questa serie di interventi vanno visti positivamente come inizio del percorso di risanamento di una delle più importanti aree umide presenti sul territorio nazionale.

Rimangono aperti però alcuni interrogativi. Il primo dei quali riguarda proprio l’investimento: sono sufficienti 5 milioni di euro per realizzare quanto previsto? Pare che solo per la realizzazione dell’invaso in zona Colmate, siano necessario oltre 3 milioni di euro, in ipotesi ottimistica. E tutto il resto? In precedenti studi si parlava di stagni di accumulo per l’invaso di acqua da realizzare nell’area di ampliamento della Riserva naturale. Che fine hanno fatto? Un’ultima domanda poi sorge spontanea: giustamente si parla di tutela della biodiversità e di conservazione dell’ecosistema naturale. Ci chiediamo se è stato coinvolto in questo processo il Centro di ricerca, documentazione e promozione del padule di Fucecchio, che a nostro avviso ci pare l’ente più idoneo a trattare almeno parte delle problematiche a cui si sta cercando di trovare soluzione come del resto previsto nell´Accordo di programma.

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