[07/05/2009] Urbanistica

Per Unaltracittà intanto bombarda il piano casa della Toscana

FIRENZE. «Un provvedimento che porterà la Toscana, nel giro di un paio d´anni, ad un vero sconvolgimento edilizio». E´ il commento degli urbanisti candidati nelle liste di Per Unaltracittà Ilaria Agostini, Roberto Budini Gattai, Antonio Fiorentino, Giorgio Pizziolo e Daniele Vannetiello, sulla legge edilizia approvata dalla Regione Toscana.

«E´ una legge che ha in sostanza recepito il ´piano casa´ del governo Berlusconi – aggiungono gli urbanisti – un ´condono preventivo´ immorale che sancisce la sospensione del diritto urbanistico. Dopo i crolli determinati dal recente terremoto dell’Aquila, inoltre, è inaccettabile che le sopraelevazioni insistenti su edifici magari privi di accorgimenti antisismici siano vincolate da un semplice richiamo al ´rispetto delle vigenti disposizioni in materia sismica´».

La legge propone ampliamenti del 20% sull’edilizia esistente e del 35% su edifici demoliti e ricostruiti: «Potranno goderne i proprietari di villette e palazzine incluse nei centri abitati (la Regione peraltro non definisce il centro abitato) – continuano gli urbanisti – gli ampliamenti, non le demolizioni, saranno comunque consentite anche in aree extraurbane: mancando il riferimento alla datazione degli edifici ampliabili è possibile sfigurare il patrimonio dell’architettura rurale toscana. E´ un provvedimento socialmente provocatorio, fondato sulla disparità, detrattore del paesaggio e in contrasto con i principi della normativa regionale sul governo del territorio – aggiungono ancora gli urbanisti – che entra in vigore in assenza di piani urbanistici attuativi, di un disegno urbano, di una normativa specifica che garantisca la qualità del costruito».

«Il provvedimento legislativo – concludono – prevede che ´devono essere rispettate le norme vigenti che non risultano palesemente in contrasto con le disposizioni´ della legge stessa: questa enunciazione di principio sancisce ancora una volta la sospensione della sovranità pubblica sulla pianificazione comunale che, per almeno due anni, sarà travolta dalla iniziativa di interessi singoli non più contemperati con quelli pubblici».

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