[07/05/2009] Consumo

Notizie agroalimentari dall´Abruzzo ad un mese dal sisma

FIRENZE. E’ passato un mese dal disastroso terremoto che ha colpito l’Abruzzo e come naturale sono ancora molti i problemi da risolvere. Uno di questi riguarda la ripresa del lavoro. Alcune filiere produttive sono in crisi, ad esempio certe del settore agroalimentare. Le aziende agricole che hanno allevamenti di bovini e caprini da latte e che hanno avuto ancora mangime a disposizione per gli animali, stanno normalmente producendo questo alimento. Ma gli operatori del settore alimentare di altri livelli della filiera (aziende di trasformazione e caseifici) sono fermi a causa dei danni subiti e non ritirano più il latte. Il latte crudo che viene comunque prodotto se non conferito per i successivi trattamenti diventa rifiuto da conferire in “altra linea” e poi da smaltire. Intanto nelle aree colpite si sta consumando latte a lunga conservazione fornito dal sistema della protezione civile. Tra le molte priorità e urgenze è necessario ripristinare questa filiera, rilanciare l’economia locale di questo settore, non secondario in quelle aree, per avere nuovamente prodotti di qualità ed evitare sprechi e costi aggiuntivi.

Riprendere la normalità, rimettere in moto l’economia, non interrompere i lavori e le produzioni di qualsiasi linea produttiva è doveroso. Ovviamente a tutto c’è un limite. La notizie su quanto avvenuto a Canistro in provincia dell’Aquila pare aberrante: «la produzione dell´acqua con le bollicine dell´azienda abruzzese S. Croce non può fermarsi neanche di fronte al terremoto, alle centinaia di vittime e alla legittima richiesta dei lavoratori dello stabilimento di Canistro di partecipare al lutto nazionale e ai funerali di stato, seppur simbolicamente, fermando per un´ora la produzione- dichiarano dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua- il padrone Camillo Colella non lo ha permesso e quando i lavoratori hanno deciso comunque di uscire dalla fabbrica per rendere omaggio alle vittime del terremoto, Colella ha preso carta e penna ed ha licenziato 120 operai in tronco». Anche se questo è un comportamento individuale (nessuno poteva immaginare che si arrivasse a tanto), nel suo limite estremo questo caso è emblematico, per il Forum dell’acqua, della battaglia contro la commercializzazione delle acque minerali che è una delle vertenze messe in campo dai Movimenti in questi anni, in primo luogo in quanto elemento simbolico della mercificazione di questo bene comune. «Condanniamo con forza quanto accaduto ed esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori colpiti dal licenziamento» concludono dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua.

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