[07/05/2009] Energia

Epr finlandese: secondo l’autorità di sicurezza è pericoloso

LIVORNO. Da una Tv finlandese arrivano le ennesime rivelazioni sulla mancanza di sicurezza nella centrale nucleare di Olkiluoto (nella foto), dove il gruppo nucleare pubblico francese, Areva, sta realizzando (con tre anni di ritardo e oltre il 50% di extracosti già accumulati e 2.100 “non conformità” tra progetto e realizzazioni in cantiere registrate), un reattore Epr, il più grande prototipo nucleare mai costruito. Il canale televisivo finlandese ha reso noto il testo della lettera inviata nel dicembre scorso dall’autorità di sicurezza nucleare Stuck ad Areva, nella quale si dice che non è stato registrato «alcun reale avanzamento nella progettazione dei sistemi di controllo e protezione», un fatto che secondo Greenpeace International potrebbe portare ad un arresto della costruzione del reattore.

Greenpeace «chiede la revoca dell’autorizzazione alla costruzione in Finlandia, a seguito delle rivelazioni sui problemi relativi ai sistemi di controllo. I sistemi di controllo elettronico sono tra le componenti essenziali di una centrale nucleare. Servono a controllare tutto in un reattore, dai livelli di potenza alle barre di controllo e al sistema di raffreddamento, e sono essenziali per la sicurezza del reattore. L’adeguamento del progetto dei sistemi di controllo ai regolamenti in materia di sicurezza nucleare avrebbero dovuto essere una precondizione per l’autorizzazione alla costruzione, data nel 2005».

Lauri Myllyvirta responsabile della campagna energia di Greenpeace in Scandinavia sottolinea che «Abbiamo dato l’allarme già nel 2005 sul fatto che la progettazione del prototipo francese era inadeguata e che l’adeguatezza alle norme di sicurezza nucleare non era provata. Areva ha approfittato dell’atteggiamento naif delle autorità finlandesi e ha preso scorciatoie in ogni fase della costruzione».

Ecco cosa scrive il direttore generale della Stuck, Jukka Laaksonen, alla presidente di Areva Anne Lauvergeon: «Con la presente esprimo la mia grande preoccupazione per l’assenza di progressi nella progettazione dei sistemi di automazione della centrale nucleare di Olkiluoto 3 […]. Non vedo nessun reale avanzamento nella progettazione dei sistemi di controllo e protezione. In assenza di un progetto adeguato, che soddisfi i principi basilari della sicurezza nucleare, e che derivi in modo razionale e trasparente dai concetti presentati come allegato alla richiesta di licenza di costruzione, non vedo alcuna possibilità di approvare per l’istallazione tali importanti sistemi. Ciò vorrebbe dire che la costruzione si arresterebbe e che non sarebbe possibile iniziare a commissionare i test. Ho già espresso le mie preoccupazioni su questo punto già nella primavera 2008, in una riunione con il Sig. Xavier Jacob e con il managment di TVO (ndr: azienda elettrica finlandese). Dopo quella riunione, Areva ha organizzato un workshop a livello professionale a Erlangen, il 23-25 aprile 2008. Da allora, ci sono stati vari incontri tra i nostri esperti ma non abbiamo visto nessuno dei progressi che ci attendevamo dal lavoro spettante ad Areva. I sistemi della massima importanza per la sicurezza devono essere progettati da Areva NP SAS, ma sfortunatamente l’attitudine o mancanza di conoscenze professionali di qualcuno, che alle riunioni di esperti parla a nome di tale organizzazione [Areva NP SAS], impedisce di fare progressi nel risolvere tali preoccupazioni. Ne deriva che ovvi errori di progettazione non sono stati corretti e che non abbiamo ricevuto la documentazione progettuale con informazioni adeguate e requisiti progettuali verificabili […]. Spero sinceramente che possiate iniziare qualche azione in quest’area, per garantire che la costruzione di Olkiluoto 3 arrivi ad una conclusione felice».
C’è da preoccuparsi, visto che l’Epr è proprio quello che il nostro ministro Claudio Scajola ha magnificato più volte come l’esempio da seguire per il rinascimento nucleare italiano, ribadendolo anche al momento della firma del protocollo d’intesa atomica con Nicolas Sarkozy.

Lo ricorda anche Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia;: «Areva non manca mai di propagandare a tutto il mondo che il suo reattore mai completato è sicuro ma, a quanto pare, le strutture di sicurezza essenziali esistono solo nei depliant pubblicitari. Questo caso dovrebbe dare la sveglia anche agli altri Paesi che, come l’Italia, pensano di adottare questa tecnologia e fare affari con Areva».

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