[06/05/2009] Comunicati

Accordo Unicredit Group-Wwf: quanto sarà più sostenibile il colosso bancario?

FIRENZE. L’UniCredit Group sceglie la strada della sostenibilità? Vedremo. Per ora ha firmato un accordo internazionale con il Wwf che ha l’obiettivo di integrare la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici nel business bancario. Il gruppo sostiene di voler diventare leader in Europa in termini di sostenibilità e la strada non è breve. Questo comunque è un passo apprezzabile che ha fatto prendere ad Unicredit un primo impegno per la riduzione delle emissioni di CO2 del 30% al 2020, a supporto dell’obiettivo comunitario definito nel “Pacchetto Energia e Clima” (il famoso 20-20-20).

Il Gruppo Unicredit ha dichiarato che saranno ridotte le emissioni degli uffici e delle agenzie ma anche quelle indirette legate a finanziamenti e investimenti. In caso di obiettivi non rispettati, Unicredit sosterrà progetti compensativi Gold Standard. «La nostra strategia sul Climate Change- ha affermato Paolo Fiorentino Deputy Ceo UniCredit- è incentrata sulla predisposizione di policies specifiche ed integrate con il nostro business e sullo sviluppo del nostro Environmental sustainability program su 3 direttrici: la riduzione delle emissioni interne, proprie delle attività bancarie, la riduzione delle emissioni finanziate, legate alle attività di finanziamento, e l’implementazione di specifiche iniziative e progetti di formazione, che contribuiscano a sviluppare una forte identità ambientale di tutti i dipendenti».

Ora il Gruppo bancario è atteso al primo passo: la determinazione della sua reale “impronta di carbonio” che attraverso una “carbon audit” valuterà le emissioni dirette dovute all’operatività della banca (emissioni interne). Successivamente Unicredit porrà attenzione alle emissioni finanziate, favorendo la transizione (attraverso finanziamenti mirati) verso una low carbon economy e contribuendo quindi, secondo gli intenti dichiarati, all’affermazione dell’“Economia Verde”.

Per questa operazione Unicredit si farà aiutare dal Wwf (che si pone quindi anche come garante, ndr), e già l’intesa ha portato i primi frutti: un primo prodotto sull’efficienza energetica rivolto per ora ai dipendenti del Gruppo in Italia. Si tratta di un finanziamento agevolato supportato da una serie di servizi di consulenza energetica. Il prodotto genererà vantaggi concreti quali il risparmio energetico, il risparmio in bolletta e la riduzione delle emissioni di CO2 che sarà monitorata e certificata per una successiva rendicontazione.

«Con questa partnership ci proponiamo di affiancare UniCredit in un percorso virtuoso di progressiva integrazione della dimensione ambientale all’interno delle strategie del Gruppo- dichiara Michele Candotti direttore generale del Wwf- Per il Wwf il 2009 è l’Anno del clima e siamo lieti di poter mettere a disposizione le nostre conoscenze e la nostra esperienza per contribuire alla realizzazione di questo ambizioso programma. L’impegno di riduzione delle proprie emissioni da parte di un’istituzione finanziaria leader in Europa è auspicabile. L’orientamento del portafoglio d’investimento e delle linee di credito in termini di agevolazione e sostegno finanziario ai settori più virtuosi, può avere un ruolo strategico nella lotta ai cambiamenti climatici» conclude Candotti.

«Anche in un contesto come quello attuale- riprende Fiorentino- non possiamo non sentirci chiamati a sviluppare il nostro business in modo responsabile, sapendo che la sostenibilità è la leva per il futuro nostro e dei nostri figli e che la salvaguardia dell’ambiente è per noi un impegno ma anche un’importante opportunità di business».

Tutto bello, ma talvolta però se si vuole intraprendere la strada della sostenibilità è necessario rinunciare ad alcuni business: per esempio il Gruppo Unicredit (attraverso la controllata banca austriaca Bank Austria Creditanstalt) intende contribuire con 280 milioni di euro alla realizzazione della megadiga di Ilisu in Turchia, la cui realizzazione mette a repentaglio vite umane e patrimonio storico architettonico di parte di quel Paese. Auspichiamo ora che anche questo finanziamento venga sottoposto dal Gruppo a “contabilità ambientale” e che i buoni consigli del Wwf facciano rinunciare Unicredit all’affare.

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