[06/05/2009] Rifiuti

L´assessore Bramerini: senza impianti non c´è riciclo

FIRENZE. Nei giorni scorsi, le presunte irregolarità nella gestione della raccolta differenziata a Marina di Grosseto, hanno di nuovo acceso il dibattito, in verità mai sopito, sulla gestione dei rifiuti, sul Piano provinciale e sui sistemi c.d. alternativi.
Auspicando indagini rapide, sulla vicenda sospendo il giudizio, visto che sono in corso accertamenti sia da parte del Coseca, che da parte dei Noe, preferendo non accodarmi a quanti l’hanno già commentata, giungendo ante tempo alle conclusioni.
Ad oggi, quindi, non è dato sapere se è vero che la buona volontà dei cittadini e gli investimenti delle pubbliche amministrazioni – compresa la Regione Toscana, che su questo settore sta investendo molto 23 milioni di euro con il Piano regionale di azione ambientale ed ulteriori 8 milioni l´anno tratti dai proventi dell´ecotassa per le annualità 2008, 2009 e 2010 – sono state “tradite” da un comportamento illecito dell´azienda o di qualche suo dipendente. Ci auguriamo, ovviamente, che non sia così. Sappiamo invece per certo che la raccolta differenziata va fatta e va fatta bene. Infatti, se non si vuole equivocare, come sistematicamente si sta facendo, la raccolta differenziata con l’effettivo riciclo, serve raggiungere gli ambiziosi obiettivi quantitativi fissati dal legislatore nazionale, ma serve anche, se non soprattutto, una impiantistica che tratti questi materiali per poter essere avviati a divenire nuovi prodotti. E questi nuovi prodotti, per legge – anche regionale – devono essere innanzitutto acquistati dalle istituzioni e dalle aziende loro partecipate. Una buona raccolta differenziata è dunque solo il primo passo, assolutamente non esaustivo, per poter avere un riciclo effettivo dei materiali raccolti. Il secondo passo è una impiantistica dedicata. Senza la quale i materiali vengono avviati ad un vero e proprio “turismo” dei rifiuti con bilanci ambientali relativi alle emissioni da trasporto, spesso negativi.
Quello della gestione dei rifiuti è un settore delicato e complesso, in cui si incontrano (e più spesso si scontrano) le esigenze del cittadino, degli enti locali, delle aziende, oltre a normative regionali, nazionali ed europee. E´ un settore che muove cifre importanti, strategico per la salute e per la tutela dell´ambiente. E’ anche per questo che si presta, per la verità soprattutto nel nostro Paese, alle strumentalizzazioni più varie e alle teorie più o meno salvifiche, specie quando si affrontano in campagna elettorale. E chi “è senza peccato, scagli la prima pietra”. Si perché capita spesso che alcuni protagonisti del dibattito cambino repentinamente opinione a seconda delle “convenienze”, elettorali s’intende. E’ il caso del centro destra che in regione accusa il centrosinistra, là dove governa, di immobilismo, per non avere realizzato i termovalorizzatori e poi, sui territori, attacca contro qualsiasi impianto.
Mi sembra di rivedere la stessa scena del dibattito che Antichi innescò cinque anni fa; sempre sul tema dei rifiuti.
Recentemente mi è capitato di partecipare ad un seminario in cui venivano messe a confronto alcune città europee (Monaco, Copenaghen, Vienna…), tutte accomunate dal fatto di avere realizzato gli obiettivi fissati dalla U.E., ovvero ottimi risultati nel riciclaggio e nel recupero di energia da rifiuti, con impianti moderni e ben gestiti, presentati come mezzi idonei per ridurre gli effetti dei gas climalteranti, visto che dal loro uso si ricava energia termica ed elettrica a servizio delle città, nel cui centro sono spesso ubicati, e dei loro cittadini. A cui va aggiunto un residuale ricorso alla discarica (5/10%).
Al loro confronto stride la realtà italiana che, fatte alcune doverose eccezioni, risulta assai lontana da quelle virtuose performance, che ai nostri occhi sembrano ancora un’utopia.
E anche in Toscana, la discussione continui pure, ma chi ha responsabilità di governo se le assuma senza sentire il bisogno, ogni volta, di “reinventare la ruota”. Nella nostra regione abbiamo un Piano e una legge ( votata quasi all’unanimità dal CR); abbiamo un dibattito aggiornato anche sulle migliori tecnologie disponibili ( vedi il documento della Commissione Pecoraro Scanio-Nicolais) che sono esattamente quelle che si stanno praticando; abbiamo in corso sperimentazioni che non valgono in quanto tali, ma solo se hanno un mercato ricettivo; e abbiamo realtà virtuose su parti del ciclo (importanti ma assolutamente non esaustive) e altre su tutto il ciclo (obbligatorie se non si vuole scaricare il problema su altri territori). Coerenza vuole che chi parla di riduzione cominci ad acquistare prodotti derivati da materie riciclate; chi parla di differenziata sappia che senza impianti di selezione e di trattamento non ci sarà nessun recupero di materia; chi parla di recupero di materia come unica pietra filosofale ricordi che esiste una legge, cogente e mai smentita, che si chiama secondo principio della termodinamica, per la quale ci sarà sempre una parte di materia degradata che è utile recuperare come energia anziché gettarla in discarica. Coerenza e persistenza sono riferimenti irrinunciabili per chi vuole governare con i minori impatti possibili le quantità di flussi di materia prodotte dalle nostre società, che l’Istat ha contabilizzato in 2 miliardi di tonnellate/anno. In ogni caso, e per quanto ci riguarda, questi sono comunque i principi cui si ispira la Regione Toscana.

* Assessore all´ambiente Regione Toscana

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