[05/05/2009] Rifiuti

Industria estrattiva: l´Ue specifica i criteri per i rifiuti inerti

LIVORNO. Dopo le linee guida per la costituzione della garanzia finanziaria per la gestione dei rifiuti dell’industria estrattiva, dopo i criteri per la classificazione delle strutture di deposito di tali rifiuti, l’Ue ritorna sull’argomento. Oltre a fissare i requisiti minimi per assicurare che la raccolta e la trasmissione delle informazioni sulle strutture di deposito dei rifiuti avvenga in modo armonizzato, tempestivo e adeguato, stabilisce ora i requisiti tecnici per la caratterizzazione dei rifiuti di estrazione e nello specifico individua le condizioni e i criteri precisi per la classificazione dei rifiuti delle industrie estrattive come rifiuti inerti.

I rifiuti inerti – secondo la direttiva europea del 2006 – sono quei rifiuti che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa; che non si dissolvono, non bruciano né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche. Che non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana. E che se pur caratterizzati da una tendenza a dar luogo a percolato hanno una percentuale inquinante globale trascurabile e non dannosa per la qualità delle acque superficiali e freatiche.

Con il nuovo intervento della Commissione i rifiuti inerti per essere tali, dovranno anche rispettare e soddisfare nel breve e nel lungo termine, specifici criteri indicati nella decisione della Commissione pubblicata nella Gazzetta ufficiale europea di venerdì scorso (2009/359/CE). Innanzi tutto i rifiuti non dovranno subire alcuna disintegrazione o dissoluzione o altri cambiamenti significativi che potrebbero comportare eventuali effetti negativi per l’ambiente o danni alla salute umana. Dovranno possedere un tenore massimo di zolfo sotto forma di solfuro pari a 0,1 % oppure dovranno avere un tenore massimo di zolfo sotto forma di solfuro pari all’1 % (ma solo se il rapporto potenziale di neutralizzazione, definito come il rapporto tra il potenziale di neutralizzazione e il potenziale acido determinato sulla base di una prova statica conforme alle norme tecniche, è maggiore di 3).

Oltre a non dover presentare rischi di autocombustione e a non esser infiammabili, il tenore nei rifiuti, e in particolare nelle polveri sottili isolate dei rifiuti, di sostanze potenzialmente nocive per l’ambiente o per la salute - in particolare As, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Mo, Ni, Pb, V e Zn – dovrà essere sufficientemente basso da non comportare, nel breve e nel lungo termine, rischi significativi per le persone o per l’ambiente.

E per essere considerato “sufficientemente basso” il tenore di tali sostanze non dovrà superare i valori limite nazionali stabiliti per i siti classificati come non contaminati né i livelli di fondo naturali nazionali. Inoltre per essere inerti i rifiuti dovranno essere sostanzialmente privi di prodotti utilizzati nell’estrazione o nel processo di lavorazione che potrebbero nuocere all’ambiente o alla salute umana.

Se è dimostrato che tutti questi criteri sono stati adeguatamente tenuti in considerazione e soddisfatti sulla base delle informazioni esistenti o di piani e procedure validi - secondo la Commissione - i rifiuti potranno essere considerati inerti senza dover procedere a prove specifiche.
Ma l’industria estrattiva non produce soltanto rifiuti inerti, ne produce anche altri che richiedono un’adeguata gestione.

La caratterizzazione dei rifiuti di estrazione, – introdotta dalla Commissione con decisione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di venerdì scorso (2009/360/CE) – dovrebbe, infatti, agevolare l’individuazione delle opzioni di gestione di tali rifiuti e delle relative misure di mitigazione volte a tutelare la salute umana e l’ambiente. Non a caso l’obiettivo della caratterizzazione dei rifiuti di estrazione è quello di ottenere le informazioni utili sui rifiuti da gestire al fine di poterne valutare e monitorare le proprietà, il comportamento e le caratteristiche e di poter pertanto garantirne la gestione a lungo termine in condizioni di sicurezza ambientale.

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