[30/04/2009] Rifiuti

Cresce ancora il riciclo degli imballaggi in alluminio

LIVORNO. Nell’ambito della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, il segmento dell’alluminio ha sempre dato ottimi risultati in Italia, tanto che a fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere del 63,6% dell’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentuale calcolata al consorzio Cial, equivale a 42.200 tonnellate di materiale recuperato, 38.500 delle quali riciclate.
Il riciclo degli imballaggi in alluminio pari al 58% è di fatto cresciuto, nell’ultimo biennio, del 10%, mentre è stata consolidata la collaborazione con 25 fonderie di alluminio, ovvero il 100% della capacità produttiva di riciclo italiana.

Con una raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (l’80% dei quali convenzionato con il Consorzio) e la partecipazione di 44 milioni di cittadini (il 90% dei quali coinvolti direttamente), oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania, nell’industria del riciclo dell’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci pone al 3° posto dopo Stati Uniti e Giappone.
Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate emissioni serra per 395.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a 143.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).


Particolarmente soddisfatto per i risultati conseguiti nel 2008, il Presidente di CIAL Cesare Maffei guarda con fiducia all’imminente definizione dell’allegato tecnico ‘alluminio’ all’Accordo Quadro Anci-Conai che «pone nuove e interessanti prospettive di sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio».
«Il nuovo Accordo Quadro, rinnovato lo scorso 23 dicembre e valido 5 anni - dice Maffei - conferma l’impostazione precedente incrementando i corrispettivi riconosciuti dal sistema consortile alle pubbliche amministrazioni e contiene molte novità tese a favorire una più fluida ed efficace gestione dei servizi da parte dei comuni».

Il presidente sottolinea come «l’accordo, oltre a confermare la garanzia del ritiro, preveda il pieno riconoscimento dei corrispettivi economici anche nel caso vengano raggiunti e superati gli obiettivi di recupero. Per favorire la crescita qualitativa sono state previste migliori condizioni economiche per le raccolte con minor contenuto di frazioni estranee, nuove risorse a favore di progetti di riqualificazione dei servizi e di formazione dei tecnici ambientali per le aree in ritardo e maggiori risorse per le campagne informative e di sensibilizzazione rivolte ai cittadini».

Cial ne ha approfittato anche per analizzare gli effetti della crisi economcia previsti sul settore, che come abbiamo evidenziato più volte si sta facendo sentire su tutte le filiere del recupero: «in vista delle inevitabili difficoltà previste per il 2009, in particolare per quanto riguarda lo sbocco dei materiali della raccolta differenziata dei comuni italiani, ha voluto dare una risposta concreta confermando la propria vocazione sussidiaria e di supporto al sistema di gestione per una agevole e sostenibile transizione in questa fase particolare. Il nuovo accordo quadro, in particolare, in uno scenario già di per sé complesso a causa dei forti ritardi nello sviluppo delle raccolte differenziate nelle aree del Sud Italia, rappresenta uno strumento di riferimento importante per cogliere nuove opportunità per una coerente, efficiente ed efficace soluzione alle problematiche connesse e amplificate dalla crisi in corso».

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