[29/04/2009] Urbanistica

Piove...e l´Italia è di nuovo in ginocchio

FIRENZE. Ha smesso di piovere sul Piemonte e forse la piena del Po attesa per questo pomeriggio in Emilia Romagna non creerà eccessivi disagi, anche se il fiume rimane ancora sorvegliato speciale. I livelli idrometrici sotto le piogge battenti di questi giorni si sono alzati velocemente. Le falde “cariche” e i terreni saturi per le piogge autunnali ed invernali, non assorbono acqua. Le dighe sono quasi piene, i gestori sono costretti comunque al rilascio, venendo meno la funzione di laminazione di queste opere. La perturbazione atlantica che si è rovesciata in particolare al nord, è stata intensa ed ore di paura sono state trascorse dai cittadini ieri a Cremona. Le frane sul territorio ormai non si contano e permane l’allerta della protezione civile.

Lo scatenarsi degli eventi naturali così violenti mette a nudo ancora una volta la fragilità del nostro Paese, i cui territori violati dall’uomo avrebbero necessità di una nuova pianificazione (un restyling profondo), per il quale sarebbe utile investire risorse. Non ci sono soldi, viene ricordato da più parti, ma soprattutto non c’è cultura della manutenzione e del rispetto del territorio: ancora oggi nella testa di molti amministratori si pensa di costruire argini e progettare casse di espansione per poter continuare nello sviluppo urbanistico magari in area di pertinenza fluviale. Ma i fiumi hanno memoria lunga: se gli offendi se ne ricordano, e prima o poi in qualche modo rispondono. Il nuovo “illuminismo” per la tutela del territorio non è alle porte ma molti cittadini hanno dimostrato di aver capito. Parte della città di Alessandria è stata di nuovo messa in ginocchio dalla piena del Tanaro. Subito è stato individuato il colpevole: un ponte vincolato dalle Belle arti continua a fare da “tappo” e far uscire le acque del fiume dal suo alveo.

A dire il vero già dall’alluvione del 1994 la costruzione era finita sul banco degli imputati ma la soluzione fino ad oggi non era stata trovata. Ora, grazie anche all’intervento del presidente della Regione, il ponte sarà abbattuto e ricostruito. Certo dispiace per opere di pregio quando devono essere distrutte, ma questo caso conferma la necessità di una ricognizione sul territorio del Paese che individui ed elimini per tempo le infrastrutture che creano pericolo prima che si tornino a piangere altri morti.

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