[28/04/2009] Parchi

Oggi è la giornata mondiale degli anfibi

FIRENZE. In un articolo dell’edizione odierna del quotidiano “la Repubblica”, si parla del rischio inflazione per la celebrazione delle giornate mondiali, che pare siano 190, secondo un pubblicitario francese che si è messo a contarle. Alcune probabilmente non meritano di essere ricordate, ma noi oggi vogliamo dare conto di quella che si celebra proprio il 28 aprile la “Save the Frog Day”, la giornata mondiale degli anfibi, perché sono la classe di vertebrati a maggior rischio di estinzione. «Una recente indagine dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn)- informano dal Wwf Italia- ha evidenziato che il 32% degli anfibi del mondo sono estinti o a rischio di estinzione, mentre il 42% è in declino. Circa il 30% delle specie conosciute ricade nella categoria “minacciato criticamente”, “minacciato” o “vulnerabile”, ovvero le tre categorie che designano il maggior grado di minaccia secondo la classificazione dell’Iucn». Critica la situazione anche in Italia: «restringendo l’analisi alle specie autoctone per le quali si dispone di sufficienti dati (28 specie sulle 39 totali)- continuano dal Wwf- il 43% delle specie ricade in una delle tre categorie di minaccia e precisamente l’11% nella categoria “minacciato criticamente”, l’11% nella categoria “minacciato” ed il 21 % nella categoria “vulnerabile”».

Tra le cause che hanno determinato questa rarefazione la principale riguarda la risorsa idrica a cui tutte le specie di anfibi sono legate almeno nel periodo riproduttivo. Inquinamento e carenza rendono la matrice acqua poco disponibile per il ciclo di sviluppo di questi vertebrati. Tra le altre cause, la scomparsa di habitat idonei a seguito dell’urbanizzazione del territorio e dell’agricoltura intensiva, l’introduzione di specie aliene, il riscaldamento globale (che incide sulla presenza dell’acqua) e l’attacco da parte di funghi patogeni (chitridiomicosi). In questo quadro, a scala mondiale, sono stati attivati molti programmi di tutela diretta e molti programmi di ricerca per attuare piani di conservazione. Le aree protette sono particolarmente vocate per sviluppare questi studi. A tal proposito - informano dal Wwf- negli ultimi mesi è stato attivato un progetto in collaborazione con l’Università di Roma Tre per lo studio e il monitoraggio delle popolazioni di anfibi nelle Oasi gestite dall’associazione.

La prima fase dello studio è stata incentrata alla determinazione delle specie di anfibi presenti in un campione selezionato di Oasi. Ne sono state classificate 22 specie tra cui alcune definite come prioritarie dalla direttiva Habitat dell’Unione Europea (92/43 CEE): l’ululone dal ventre giallo appenninico (Bombina variegata), il discoglosso sardo (Discoglossus sardus), la raganella Italiana (Hyla intermedia), la rana appenninica (Rana italica), la rana di Lataste (Rana latastei), le due salamandrine dagli occhiali (Salamandrina terdigitata/S. perspicillata) il geotritone sardo (Speleomantes genei), il tritone crestato italiano (Triturus carnifex) ed il tritone italiano (Lissotriton italicus). La seconda fase del progetto avviata lo scorso febbraio, è dedicata a uno studio approfondito sulle popolazioni di alcune specie di anfibi presenti nelle Oasi, per arrivare ad un dettagliato e aggiornato inventario faunistico, per poi predisporre un programma di conservazione con interventi concreti sul territorio indirizzati alle singole popolazioni. «L’obiettivo- concludono dal Wwf- è quello di salvaguardare il patrimonio presente all’interno delle Oasi e allo stesso tempo fornire un modello di lavoro utile anche al di fuori delle aree gestite dall’associazione».

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