[24/04/2009] Comunicati

Il Sudafrica del trionfo dell’Anc si accorda con l’Italia su clima, ambiente, energia e Mondiali di calcio

LIVORNO. L’African National Congress (Anc) il partito di Nelson Mandela che ha liberato il Sudafrica dal regime dell’apartheid ha vinto le elezioni superando il 66% dei voti ed eleggendo presidente della repubblica il discussissimo Jacob Zuma (nella foto), un eroe della lotta di liberazione oggi accusato di corruzione dal Congress of the People (Cope), il nuovo partito dei fuoriusciti dall’Anc che però si sono fermati intorno all’8% dei voti. Il principale partito di opposizione si conferma la Democratic Alliance che potrebbe essere cresciuta fino al 16% ed aver conquistato la ricca Provincia del Capo.

Le elezioni segnano praticamente la sparizione del partito etnico degli zulu, l’Inkata, che ha ottenuto solo il 3,2%, anche perché il neopresidente sudafricano Zuma viene proprio dal KwaZulu-Natal che lo ha votato in massa, dimenticandosi pulsioni indipendentiste e le vecchie ruggini con la dirigenza storica dell’Anc. Probabilmente l’Anc potrebbe ottenere quei due terzi dei seggi parlamentari che gli possono permettere di cambiare da solo la Costituzione.

L’Anc si conferma partito-Stato del Sudafrica anche grazie all’appoggio del potente sindacato Cosatu e del piccolo ma influente Partito comunista sudafricano che dell’Anc fa parte, ma passata la festa si troverà a dover affrontare la crisi di un Paese in crescita rapida ma fortemente diseguale, con il 40% di disoccupati, con una corruzione dilagante e con imponenti problemi sociali, ambientali ed energetici. Quindi, probabilmente al nuovo governo del Paese risulterà molto gradito l’accordo che è stato firmato da Italia e Sudafrica al G8 Ambiente di Siracusa dal nostro ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo e dal suo collega sudafricano Marthinus Van «che impegna i rispettivi Paesi alla cooperazione in varie attività e che contribuirà alla protezione ambientale e alla lotta ai cambiamenti climatici. L’accordo rappresenta un passo ulteriore nella direzione della cooperazione, iniziata dai due Paesi lo scorso dicembre alla Conferenza di Poznan sui cambiamenti climatici. E faciliterà l’implementazione di progetti comuni con l’obiettivo di ridurre le emissioni di biossido di carbonio, aumentando l’utilizzo delle energie rinnovabili, migliorando l’efficienza energetica cosi come sviluppando la bioenergia, le costruzioni, i trasporti e il turismo ecosostenibili».

L’Italia è come sempre prodiga nell’esportare progetti e iniziative che stenta a mettere in atto a casa sua. Infatti «L’accordo comprenderà svariate intese di cooperazione per raggiungere gli obiettivi che i due Paesi hanno stabilito. Queste intese includeranno le migliori “best practices” sugli scambi, gli sviluppi e l’implementazione di progetti comuni, seminari, workshop, conferenze, mostre e ricerche. I due Paesi scambieranno sia le professionalità tecniche che scientifiche cosi come le tecnologie, e svilupperanno progetti di ecosostenibilità in vista dei campionati mondiali di calcio del 2010».

In questo campo, anche se i mondiali sudafricani sono ormai alle porte, l’Italia ha davvero da offrire una grande esperienza: basterebbe non procedere in Sudafrica come fu fatto per i mondiali di calcio italiani del 1990, che con la sostenibilità ambientale non hanno avuto niente a che vedere, funestati da ritardi di costruzione e da sprechi ed opere inutili ed incompiute, i cui scheletri di cemento spesso ornano ancora il nostro Paese, e che hanno prodotto strutture che, a soli 20 anni di distanza, in molti casi vengono considerate inadeguate, insicure e non all’altezza dei tempi.

Speriamo davvero che gli italiani facciano capire al rampante Sudafrica quali sono gli errori che non bisogna compiere quando si costruiscono infrastrutture per l’energia ed i servizi. L’esperienza, fatta direttamente sulla nostra pelle, non ci manca certo.

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