[24/04/2009] Urbanistica

Ecomafia 2009, dal rapporto di Legambiente sull´Abruzzo, timori ma anche vigilanza sulla ricostruzione

LIVORNO. Il governo ha riunito ieri il consiglio dei ministri all’Aquila e ha varato il decreto per le aree devastate dal sisma, che destina 1,5 miliardi per fronteggiare l’emergenza che durerà ancora qualche mese (nonostante l’ottimismo elargito a quattro mani dal premier che vorrebbe spostare all’Aquila anche il G8 di luglio previsto alla Maddalena) e 6,5 miliardi per la ricostruzione.

L’attenzione è ora posta soprattutto a questo capitolo, date le inchieste sulle illegalità che, come pare, hanno coinvolto molti degli edifici distrutti e sulle possibilità che proprio sulle opere di ricostruzione si concentrino gli appetiti della criminalità organizzata.
Preoccupazioni che hanno un loro palese fondamento visti anche i dati presentati come anticipazione del rapporto sulle Ecomafie di Legambiente.

Dal rapporto 2009- che verrà presentato al completo a Roma il prossimo 5 maggio- sono infatti molte le inchieste della magistratura aperte sul fronte degli appalti e delle illegalità nel ciclo del cemento in Abruzzo e che hanno evidenziato le attività di gruppi criminali che attraverso le estorsioni hanno controllato il mercato delle costruzioni e degli appalti.

Nel 2008 sono state denunciate 367 persone e sono stati operati 71 sequestri immobiliari per un totale di 319 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine. Numeri oltretutto drammaticamente in crescita, dato che dal 2005 risultano triplicate.

Dal rapporto di Legambiente, le indagini più significative nel ciclo del cemento in Abruzzo riguardano l’operazione Histonium 2, che nel giugno del 2008 ha portato all’arresto di diciassette persone tra cui il boss della ‘ndrangheta Michele Pasqualone che, dalla sua cella nel carcere di Vasto gestiva un redditizio giro di usura, il racket delle estorsioni e il mercato illegale degli appalti, controllando di fatto mezza città.

L’inchiesta Ciclone ha invece azzerato l’amministrazione della città pescarese, mandando a casa l’intero consiglio comunale per un collaudato sistema di gestione illegale dei lavori pubblici che favoriva, con appalti senza gara, gli imprenditori del mattone più importanti della zona, che poi ricambiavano con regalie di vario genere. Il villaggio turistico La Contea a Tagliacozzo, località sciistica dell’aquilano, sarebbe invece uno dei beni immobili nei quali è stato reinvestito il favoloso tesoro di Vito Ciancimino, il potente sindaco-padrone della Palermo degli anni ’70, condannato nel 2001 per mafia e morto nel 2002.

Secondo il comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato, se si sommassero i materiali scavati nelle quattro province abruzzesi si formerebbe una montagna alta più di mille metri. Tra gli interventi, il sequestro nell’agosto scorso di tre siti e la denuncia di 15 persone a Sulmona.

«C’è un legame stretto e diretto tra cemento e rifiuti nelle attività gestite dalla criminalità organizzata – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Anni di indagini e di raccolta dati per i dossier sull’ecomafia hanno evidenziato come lucrosi business illegali si siano consolidati in tutte le fasi del processo di costruzione, dalle cave estrattive alla fornitura dei materiali, dagli appalti per la realizzazione delle strutture allo smaltimento degli inerti e dei rifiuti speciali».

Legambiente per questo ha ribadito l’intenzione di portare avanti il progetto insieme all’Ance, di costituire un Osservatorio della legalità sulla ricostruzione post sisma, anche per evitare il rischio di infiltrazione mafiosa, pericolo già segnalato, dopo il terremoto in Umbria, dal ministero degli Interni.

«I dati di Ecomafia 2009 - ha dichiarato Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – confermano la necessità di vigilare con attenzione sulle operazioni di ricostruzione in questa regione. Oltre alle aziende costruttrici, tutte le operazioni sul territorio andranno monitorate affinché avvengano nel rispetto delle norme antisismiche e degli equilibri idrogeologici, per garantire la massima sicurezza sia in termini di legalità che di staticità degli edifici realizzati».

L’Osservatorio ambiente e legalità in Abruzzo avrà il compito di monitorare le imprese edili e di costruzione coinvolte nella ricostruzione; controllare il meccanismo dei subappalti e del nolo di mezzi e macchinari; controllare la filiera di approvvigionamento e la qualità dei materiali utilizzati, in particolare la produzione di calcestruzzo verificando l’idoneità delle cave per l’estrazione degli inerti e della sabbia; vigilerà anche sul trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti inerti derivanti dai crolli e dalle demolizioni, con l’istituzione di un numero verde a disposizione dei cittadini per la segnalazione di illeciti ambientali.
Una operazione di vigile osservazione cui contribuirà anche greenreport.it.

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