[23/04/2009] Urbanistica

Tutela del territorio: qualche passo avanti?

ROMA. La Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, ha approvato una risoluzione presentata dal deputato della Lega Nord Padania, Guido Dussin, che impegna il governo ad ´´intraprendere le occorrenti iniziative, anche di natura normativa volte a promuovere, sostenere ed attuare un organico programma di interventi diretti principalmente alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla manutenzione del territorio ed in tale ambito ad individuare confacenti risorse economiche, in particolare effettuando una ricognizione con finalizzazione convergente di quelle esistenti ma allocate in maniera non coordinata tra differenti regie”.

Il documento parte dall’analisi di quanto successo in Italia nei decenni passati: negli ultimi 80 anni, sono state registrate 5.400 alluvioni e 11.000 frane, sono state coinvolte 70.000 persone e causati danni per 30.000 miliardi di euro nei soli ultimi 20 anni. Attualmente il 60% dei comuni è a rischio idrogeologico molto elevato; il 7,1% del territorio nazionale è classificato a potenziale rischio idrogeologico più alto, comprendendo 13.760 chilometri quadrati di aree franabili, 7.791 chilometri quadrati di aree alluvionabili, 1.544 chilometri quadrati minacciati da possibili valanghe.

«E´ una presa d´atto molto importante per avviare un programma di interventi per la salvaguardia idrogeologica, così come da tempo stiamo chiedendo» ha commentato il presidente dell´Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi) Massimo Gargano (Nella foto). Tornando alle risorse nel documento approvato dalla Commissione Ambiente della Camera si invita anche a valutare “l´opportunità di autorizzare pertinenti limiti di impegno o mutui quindicennali, tali da permettere un investimento di almeno 5.000 milioni di euro attraverso cui i soggetti competenti ai sensi della normativa vigente in materia di difesa del territorio e tutela dell´ambiente, segnatamente il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, tra cui i comuni, le province, i Consorzi di bonifica e le Comunità montane, possano provvedere all´adeguamento ed all´ammodernamento delle strutture deputate alla funzione di regimazione delle acque quali canali, impianti idrovori, sistemazioni, idrauliche, canali collettori, vasche di laminazione, sistemi di consolidamento, ed altre opere con analoghe finalità´´.

Infine fa piacere sottolineare che il documento prende in considerazione un aspetto che su greenreport viene ribadito quasi quotidianamente: «la previsione e l´esecuzione di un ampio programma nazionale di interventi relativi alla manutenzione del territorio per prevenire i danni da dissesti idrogeologici potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale per concorrere a contenere l´attuale situazione di crisi economica, favorendo investimenti in tutti i settori che si interfacciano con le opere idrauliche e con gli interventi di bonifica». Se verrà preso in considerazione è un bel passo avanti. L’importante è che i finanziamenti per gli interventi a tutela del territorio, quando stanziati, non finiscano nelle “inerzie” della burocrazia come ha fatto notare la Corte Costituzionale in un documento del febbraio scorso.

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