[22/05/2006] Urbanistica

Dopo la carta della natura, ecco quella geomorfologica

PORTOFERRAIO (Livorno). L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) ha presentato la carta geomorfologica dell’Elba e sta preparando quella dell’intero arcipelago toscano. Strumenti di grande dettaglio, su scala 1:10.000 con un accurato censimento dei fenomeni franosi e di tutti i fenomeni di dissesto idrogeologico.

Dalla carta e dagli studi Apat risultano in forte arretramento le falesie costiere dell’isole di Pianosa, Giannutri ed Elba, con fenomeni franosi molto estesi, anche nella costa sud-occidentale della maggiore isola dell’arcipelago, dove i movimenti geologici mettono in pericolo strade e grandi porzioni di territorio. Ma la carta mette anche in evidenza che l´alluvione elbano del 2002 era già «scritto» sul territorio, con evidenti tracce geologiche che dimostrano che fenomeni simili ed anche più forti si sono succeduti proprio nelle aree sondate 4 anni fa ed in quelle delle piane a più recente insediamento urbano. Altra situazione a rischio appare quella del promontorio di Calamita, nel comune di Capoliveri, con fenomeni franosi estesi, frutto delle attività minerarie cessate da 20 anni, ma anche con una estesa e preoccupante erosione degli alvei dei fossi che scendono verso le frazioni balneari e che ne aumenta la velocità di scorrimento e ne aumenta la pericolosità.

«La carta geomorfologica – ha detto Roberto Graciotti, del dipartimento difesa suolo di Apat – costituisce un importante strumento per la “coscienza” del territorio, da qui parte la conoscenza e l’amministrazione del territorio».

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