[22/04/2009] Rifiuti

L´acqua in Pet per il G8 e la strategia del ministero per la minerale a impatto zero

LIVORNO. Acqua minerale San Benedetto e il Ministero italiano dell’Ambiente hanno stipulato un accordo volontario per la promozione di progetti comuni finalizzati all’analisi e alla neutralizzazione dell’impatto sul clima dell’acqua imbottigliata.
Due gli obiettivi principali: arrivare a garantire acqua minerale “a emissioni zero” di carbonio, contribuendo in modo significativo al raggiungimento da parte dell’Italia degli obiettivi del protocollo di Kyoto, con la riduzione del 6,5% delle emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2012. Costruire un "modello" virtuoso per il settore acque minerali, settore di produzione profondamente legato ad una risorsa naturale primaria.

L’accordo di collaborazione consentirà all’Acqua Minerale San Benedetto Spa - che svolgerà il ruolo di sponsor ufficiale del G8 Ambiente in corso a Siracusa - di classificare il prodotto imbottigliato quale acqua minerale “carbon neutral” e al Ministero di identificare gli standard delle modalità di calcolo dell’impronta di carbonio (“carbon footprint”) per la sua neutralizzazione.

Per capire il reale significato di questo accordo, abbiamo proposto un´intervista telefonica a San Benedetto, che ha preferito far rispondere via mail dal proprio direttore Engineering Pietro Del Popolo.

L’Italia è il primo paese al mondo per utilizzo di acque minerali, un’abitudine che secondo gli ambientalisti nuoce gravemente alla salute del pianeta, a causa dell’inquinamento prodotto per la realizzazione delle bottiglie di plastica, per il loro trasporto anche a migliaia di km di distanza, e infine per il loro smaltimento. Come si inserisce il vostro accordo in questo contesto?
«L´accordo prevede la realizzazione di progetti finalizzati alla riduzione delle emissioni di CO2 anche attraverso innovazioni tecnologiche, che permettano la riduzione dell´utilizzo di Pet come materia prima, grazie alla produzione di contenitori di minor peso. Inoltre la politica aziendale prevede nel prossimo futuro una delocalizzazione delle produzioni, sempre nell´ambito del territorio nazionale, per consentire un minor impatto del trasporto del prodotto finito al consumatore finale. Infine si stanno sviluppando studi finalizzati al recupero della materia plastica attraverso il recupero dei contenitori».

Cosa si intende, concretamente, quando si parla di «un programma di iniziative comuni per la “contabilizzazione” delle emissioni di CO2 prodotte dalla filiera dell’acqua minerale»?
«In collaborazione con il ministero dell´Ambiente, sarà definita una metodologia standard per la stima totale delle emissioni di CO2 prodotte dalla filiera dell´acqua minerale. Ossia saranno calcolate le emissioni di CO2 a partire dall´approvvigionamento delle materie prime, alle fasi di produzione delle bottiglie, confezionamento, trasporto e smaltimento dei contenitori/imballaggi».

Per classificare il prodotto imbottigliato quale acqua minerale “carbon neutral” sa dirci per quale percentuale (ovviamente indicativa) inciderà l’effettiva riduzione delle emissioni attraverso il miglioramento dei processi e dei prodotti e quanto inciderà la realizzazione di progetti volti ad acquisire crediti per compensare le emissioni comunque prodotte?
«In questa fase di definizione della metodologia di calcolo, non sono ancora disponibili i dati relativi al totale delle emissioni di CO2 prodotte e sono in fase di definizione i progetti per la riduzione delle stesse. Non appena disponibili saranno comunicati».

Un vostro concorrente ha recentemente lanciato sul mercato una bottiglia realizzata in plastica naturale biodegradabile. Pensa che possa essere una valida alternativa ecologica alle tradizionali bottiglie in Pet, e quindi si diffonderà ad altre aziende, o la ritiene più che altro un’operazione di greenwashing?
«Attualmente l´uso dei materiali biodegradabili non garantisce i nostri standard qualitativi e dunque la necessaria sicurezza e igiene. A ciò si aggiunge la necessità di realizzare impianti di compostaggio per garantire il completo riciclaggio del materiale impiegato».

A parte il fatto che secondo questo ragionamento allora tutte le aziende imbottigliatrici in Pet dovrebbero preoccuparsi di realizzare impianti di riciclaggio della loro plastica... San Benedetto recentemente ha varato una campagna pubblicitaria sottolineando di aver ridotto la quantità di plastica utilizzata per la confezione delle bottiglie. Avete una stima dei costi economici vs dei benefici ambientali derivati da questa operazione?
«I progetti già attuati di riduzione dei pesi delle bottiglie, come già comunicato in campagne pubblicitarie, hanno prodotto come benefici ambientali un risparmio di energia pari a 16.000 ettari di nuovo bosco oppure un equivalente di energia per illuminare un paese di 10.000 abitanti per un anno intero. La sottoscrizione dell´accordo con il Ministero dell´Ambiente produrrà ulteriori benefici ambientali derivanti dalla definizione di progetti pilota, volti alla sempre maggiore sensibilità alla riduzione di peso dei contenitori e alla definizione di progetti di risparmio energetico e produzione di energia pulita».

Ritiene improponibile un ritorno del vuoto a rendere e dell’acqua minerale in vetro?
San Benedetto non ha risposto a questa domanda.

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