[22/04/2009] Comunicati

La difficile e costosa lotta contro le specie aliene invasive

LIVORNO. Oggi, insieme all’Earth Day, si celebra anche la giornata internazionale per la diversità biologica che quest’anno è dedicata alle specie aliene invasive.(Ias), una delle minacce più gravi per la biodiversità, e le condizioni ecologiche del pianeta e per il benessere economico delle società umane. L’International Day for Biological Diversity per la Convenzione sulla diversità biologica (Cbd) è l´occasione per aumentare la consapevolezza sugli impatti delle invasive alien species (Ias) ed aumentare le azioni concrete per affrontare il problema.

La Cbd spiega che «Le specie esotiche invasive sono piante, animali, agenti patogeni e altri organismi che non sono nativi di un ecosistema, e che possono causare danni economici o ambientali od arrecare danno alla salute umana. In particolare, incidendo negativamente sulla biodiversità, inclusi il declino o l´eliminazione di specie native, attraverso la competizione, la predazione o la trasmissione di agenti patogeni, perturbando gli ecosistemi locali e le funzioni ecosistemiche».

Ormai le specie esotiche invasive, introdotte e/o diffusesi al di fuori dei loro habitat naturali, influenzano la biodiversità autoctona in quasi ogni tipo di ecosistema della terra e sono diventate una delle più gravi minacce alla biodiversità. Dal XVII secolo, le specie esotiche invasive hanno contribuito a quasi il 40% di tutte le estinzioni di specie animali di cui è nota la causa. Un problema che continua ad espandersi in tutto il mondo con costi socio-economici, sanitari, ecologici in tutto il mondo. Inoltre la Cbd spiega che «Le specie esotiche invasive aggravano la povertà e minacciano lo sviluppo attraverso il loro impatto sull’agricoltura, le foreste, la pesca e dei sistemi naturali, che sono una base importante per il benessere dei popoli dei Paesi in via di sviluppo. Tale danno è aggravato da cambiamenti climatici, inquinamento, perdita di habitat e dalle perturbazioni indotte dall’uomo».

Il principale “colpevole” della diffusione delle specie invasive si chiama globalizzazione che ha portato con sé maggiore commercio, trasporti, viaggi e turismo, tutte attività che possono favorire l´introduzione e la diffusione di specie alloctone. Se il nuovo habitat in cui capita la specie importata accidentalmente o intenzionalmente è abbastanza simile a quella del suo habitat nativo, la specie animale o vegetale può sopravvivere e riprodursi. «Per diventare una specie invasiva – sottolinea la Cbd - deve competere con successo con gli organismi nativi per il cibo e l´habitat, diffondersi attraverso il suo nuovo ambiente, aumentare la sua popolazione e danneggiare parte degli ecosistemi nei quali è stato introdotto».

La maggior parte dei Paesi del mondo sono già alle prese con i complessi e costosi problemi posti dalle specie invasive. Si calcola che le perdite causate ogni anno dai parassiti introdotti in Australia, Brasile, Gran Bretagna, India, Sudafrica, Usa, o, Australia, Sud Africa, India e Brasile fossero già nel 2006 di oltre 100 miliardi di dollari. «Affrontare il problema delle specie esotiche invasive è urgente, perché la minaccia sta crescendo giorno per giorno, e le conseguenze economiche e ambientali sono gravi», dice allarmata la Cbd che fa alcuni esempi più eclatanti.

I mitili zebra (Dreissena polymorpha), nativi al Mar Caspio e del Mar Nero, stanno danneggiando la pesca, la biodiversità dei molluschi e la produzione dio energia elettrica nella regione dei Grandi Laghi nel Nord America e nel bacino del Mississippi ed ormai questi bivalvi creano problemi anche da noi in Italia. Il giacinto d´acqua (Eichhornia crassipes) dal bacino amazzonico ha invaso habitat tropicali di tutto il mondo, e grazie all’uomo si è espanso in più di 50 Paesi dei 5 continenti. Questa pianta acquatica riesce a bloccare la navigazione fluviale, decima la fauna acquatica e danneggia i mezzi di sussistenza delle comunità locali, creando allo stesso tempo situazioni ideali per il proliferare di vettori di malattie legate all’acqua.

La navi hanno portato i ratti (Rattus rattus), nativi del sub-continente indiano, alla conquista del pianeta, causando estinzioni catastrofiche e il declino di intere popolazioni di uccelli nidificanti nelle isole. Nuove malattie, come ad esempio l´influenza aviaria A (H5N1), attaccano uomo ed animali sia nei Paesi tropicali che in quelli temperati

La Cbd invita i suoi 191 aderenti «a riconoscere che c’è una urgente necessità di affrontare l´impatto delle specie esotiche invasive. L’Articolo 8 (h), della convenzione stabilisce che "Ciascuna Parte contraente, per quanto possibile e opportuno, deve impedire l´introduzione, controllare o sradicare tali specie esotiche che minacciano gli ecosistemi, gli habitat o le specie».

La Cdb fissa priorità globali, linee guida, raccoglie le informazioni e aiuta a coordinare l´azione internazionale sulle specie esotiche invasive ed ha adottato linee guida sulla prevenzione, l´introduzione e la mitigazione degli impatti di queste specie. E’ comunque la prevenzione l’attività che ha il miglio rapporto costo-benefici e che si rivela più efficace contro le specie aliene invasive. La prima linea di difesa contro le Ias deve servire a fermare la loro diffusione alla fonte, attraverso controlli doganali e delle spedizioni di merci e conducendo accurate valutazioni dei rischi, con l’applicazione di precise e condivise norme sulla quarantena per tentare di limitare l´ingresso di specie invasive. «Tuttavia – spiega la Cbd) a livello mondiale la capacità di ispezione ed analisi dei ischio non è di solito sufficiente. E´ anche importante sviluppare strumenti ed incentivi economici per la prevenzione delle introduzioni, ed educare l´opinione pubblica e sensibilizzarla in modo che possono essere prese decisioni su come limitarne l´introduzione e la diffusione. Le specie esotiche invasive sono un problema globale che richiede la collaborazione tra i governi, i settori economici, le Ong e le organizzazioni internazionali. Anche gli individui hanno un grande ruolo da svolgere, compresi i responsabili politici, i consumatori, gli agricoltori, i proprietari terrieri, gli educatori, i giovani e i turisti».

Torna all'archivio