[21/04/2009] Comunicati

La Cina tira fuori i suoi sottomarini nucleari

LIVORNO. Il 23 aprile la Repubblica popolare cinese festeggia in pompa magna il sessantesimo anniversario della fondazione della Marina dell’Esercito popolare di liberazione della Cina. In attesa di uno stuolo di illustri ospiti (tra i quali una nave militare statunitense) il vice ammiraglio Ding Yiping, Comandante in capo aggiunto delle forze navali cinesi ha fatto un annuncio a sorpresa che svela un “segreto” conosciuto da tutti: i sottomarini nucleari cinesi faranno la loro comparsa all’interno della formazione navale da guerra cinese che i governanti di Pechino passeranno in rivista.

E Ding dice candidamente: «Il possesso da parte della Cina di sottomarini nucleari non è un segreto, tutto il mondo lo sa. Lo sviluppo di questa arma è una grande necessità per garantire la sicurezza dello Stato cinese. Paragonato ad alcuni altri Paesi, tra i quali gli Stati Uniti e la Russia, il numero di sottomarini nucleari a disposizione della Cina non è così elevato. Ma quel che è più importante è che la politica di difesa nazionale e la strategia nucleare della Cina rivestono un carattere difensivo e per nulla offensivo, è questo l’impegno preso solennemente dalla Cina davanti al mondo intero. L’essenza della cultura della Nazione cinese è l’armonia e la pace. E’ per questo che lo sviluppo della Cina e delle sue forze armate navali non costituiscono una minaccia per gli altri Paesi del mondo. La Marina militare cinese contribuirà con tutte le sue forze alla salvaguardia della pace mondiale, della pace regionale e della pace marittima».

Certo, corre un brivido lungo la schiena se si pensa che la Cina mette finalmente in mostra i suoi segretissimi sottomarini nucleari dicendo che serviranno a mantenere la Pace (quale sarebbe il nemico da tenere a bada?), con parole che somigliano molto a quelle che dicono tutti coloro che si vogliono dotare di armi nucleari o che sono sospettati di volerlo fare, compresi i pittoreschi nordcoreani e gli inflessibili iraniani che sfidano il mondo un giorno si ed uno no.

Ma Pechino sa bene una cosa: nessuno avrà il coraggio di andare a vedere in bocca al dragone rosso per controllare la sua dentatura atomica ed il miscuglio di ostentazione di forza militare (più volte usata) e di datato messianismo pacifista internazionalista che si regge sulla deterrenza nucleare è un potente ricostituente per l’orgoglio nazionale ed un altrettanto potente antidoto per chi pensa che il regime possa mollare la presa e democratizzarsi sotto la pressione internazionale, che a dire il vero è più che blanda .

Intanto la Cina, in un tripudio di esibito nazionalismo militaresco, mostra fin da ieri tutta la sua forza navale con una grande cerimonia che è iniziata al largo di Qingdao, nello Shandong. Alle celebrazioni che dureranno 4 giorni parteciperanno anche 21 navi da guerra provenienti da 14 Paesi e 29 delegazioni governative straniere. La Marina dell’Esercito popolare di liberazione della Cina è stata creata il 23 aprile 1949 grazie alla diserzione degli equipaggi di 9 navi da guerra e di 17 altre navi che si sono unite all’esercito maoista abbandonando la flotta di difesa côstiera dei nazionalisti del Kuomintang che poi hanno dato vita al governo di Taiwan.

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