[20/04/2009] Comunicati

G8 agricolo, per la fame nel mondo tante... petizioni di principio

LIVORNO. «I ministri dell´Agricoltura del G8 hanno riconosciuto le implicazioni negative dell´emergenza alimentare sulle condizioni di vita di milioni di persone e la necessità di misure a lungo e breve termine per affrontare l´emergenza cibo e la povertà». Con queste parole si apre la bozza del documento finale del G8 Agricoltura che approvato oggi al termine dell´ultima sessione dei lavori. Tra gli impegni quindi da portare avanti - scrivono i ministri dell’agricoltura degli 8 principali paesi economici - «dovremmo fare di più per aumentare la quantità e migliorare la qualità della produzione agricola», oltre a lanciare l´allarme sui «fattori strutturali che possono ancora incidere sulla volatilità dei prezzi nel medio termine».

Molto più petizioni di principio che azioni concrete, quindi, nel documento finale del G8 agricoltura che si è chiuso oggi a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso. L’auspicio da più parti manifestato era quello di trovare soluzioni concrete ai temi sul tavolo, in primis la lotta alla fame nel mondo, senza però indulgere nella tentazione di affidarsi all’impiego della tecnologia inappropriata e dannosa per gli equilibri ambientali e sociali, come quella per la produzione e diffusione degli Ogm..

«E’ chiaro a chiunque che se si vuole nutrire il Pianeta bisogna partire dall’agricoltura» aveva dichiarato ieri il Ministro Zaia, padrone di casa di questo vertice. Il problema è infatti il come l’agricoltura potrà dare risposta a questo che era uno degli obiettivi principali del Millennio Goal dell’Onu, ma ormai ampiamente disatteso. Ma queste risposte non sembrano uscite, se non come principi appunto, dal vertice travisano.

Le conclusioni cui sono pervenuti i ministri dell´Agricoltura dei G8 e del G5 tradisce la paura che il mondo sia in ritardo sugli impegni per combattere la fame e la povertà e sia ostacolato dalla sua instabilità nel garantire le forniture di cibo. «La dichiarazione del millennio puntava a dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame e la malnutrizione entro il 2015» - si legge infatti nel documento finale che verrà presentato al vertice di luglio alla Maddalena, ma prosegue ammettendo che «siamo molto lontani dal raggiungere questo obiettivo, sulla base dei dati allarmanti diffusi da importanti organismi internazionali».

«Nelle intenzioni dei Paesi del G8 c’è la sottoscrizione di un manifesto in cui gli Stati e i grandi organismi si riconoscano nella lotta alla fame del mondo, nell’impegno per la sicurezza alimentare e contro la volatilità dei prezzi agricoli, per la difesa delle identità produttive. Tutto condivisibile – afferma il Presidente della Fondazione Diritti Genetici – a patto, però, che alle parole seguano i fatti».

E se il cibo è al centro, «l’agricoltura deve essere ovunque» aveva sintetizzato Legambiente, richiamando alla necessità di su scala planetaria di una «agricoltura di piccola scala con modello agroecologico» come unica forma di produzione agricola sostenibile del futuro. «Solo un sistema in grado di recuperare la centralità del contadino nella gestione del territorio e nella scelta della produzione agroalimentare, infatti, può garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e degli equilibri ambientali necessari alla conservazione della biodiversità» ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente.

Un contesto in cui ad esempio la produzione e la diffusione degli Ogm è assolutamente fuori scala, mentre – come ricorda anche la Fondazione per i diritti genetici - «Troppo spesso il dramma della fame nel mondo viene ad esempio strumentalizzato per promuovere gli Ogm come soluzione universale, quando è ben noto che il problema non deriva certamente dalla mancanza di cibo (la Fao stima che attualmente si potrebbero sfamare 12 miliardi di individui) e non è risolvibile con l’impiego di una tecnologia».
Altra forte preoccupazione riguarda il tema delle speculazioni finanziarie sul cibo, da cui la richiesta di sospendere i futures alimentari per eccesso di rialzo, e di inserire maggiori garanzie per lo sviluppo di un modello agroalimentare all’insegna della qualità e della sostenibilità. Tutte preoccupazioni che sembrano essere state tenute in conto nel documento, senza però trovare azioni concrete su cui indirizzarle.

«Abbiamo trovato la quadra su sicurezza alimentare, fame nel mondo, sui temi della speculazione e sul protezionismo nei mercati» ha annunciato stamani il ministro Zaia. Sostenitore del mercato libero, il ministro ha però aggiunto che questo debba anche essere «rispettoso del fatto che non ci sia concorrenza sleale». Che lo diventa però solo e soltanto quando riguarda «i nostri agricoltori», per proteggere i quali il ministro liberista non disdegna di usare lo strumento dei dazi. Come ha fatto anche nello scorso vertice del Wto, per impedire che fosse abolito il dazio dell’Ue sulle importazioni di riso asiatico..

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